Approvata le legge, trovato l’inganno, dice il proverbio.
Con la legge contro il voto di scambio, l’inganno non bisogna trovarlo, è incorporato nel testo.
Ovvero una pena ridotta, che rende molto improbabile l’obbligo della detenzione per il politico scambista.
A chi rimprovera questa “mano leggera”. della norma, i firmatari rispondono che con la nuova norma, s’introduce finalmente lo scambio di “altre utilità” (appalti, assunzioni, aggiustamenti di multe o processi, ecc.) che da tempo hanno sostituito il passaggio di denaro, previsto nella precedente norma, ormai usato solo i pesci piccoli.
Vero, ma c’è la sensazione frustrante che la politica non abbia colto la richiesta fermezza, che chiede un Paese sempre più intossicato dalle mafie.
Anzi, tutti i politici ne escono con la coscienza pulita.
La maggioranza – PD e FI in primis – che ha approvato la nuova legge, per aver inserito le “utilità”.
L’opposizione dei Grillini, per essersi battuta contro la riduzione della pena.
Molto meglio sarebbe stato se il M5S avesse collaborato con il PD anche per mantenere una pena più alta, senza costringerlo al compromesso al ribasso con il partito di Dell’Utri, che ha imposto la riduzione della pena.
Ma il mito della purezza non consente ai Grillini “contaminazioni”, nemmeno se in palio c’è la liberazione del Paese dal suo più infame nemico.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21