Quando ci occupammo del caso Gentile poco più di un mese fa riportammo la frase di un cittadino calabrese:”In questa regione centrodestra e centrosinistra sono intercambiabili”. E la politica in Calabria lo è anche nei confronti dell’informazione. Infatti ad un centrodestra che cerca d’imbavagliarla risponde un centrosinistra che cerca di segnalare i “bravi” giornalisti che svolgono un ottimo lavoro per il potere, leggasi “coloro che non creano alcun disturbo al manovratore”.
Così dopo quello di Gentile ecco giungere il caso di Ernesto Magorno (nella foto) parlamentare renziano, componente della Commissione Antimafia e segretario regionale del Partito Democratico. Il quotidiano L’Ora della Calabria pubblica in prima una lettera che Magorno, in qualità di segretario regionale, ha inviato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, subito dopo la sua visita a Scalea. Il contenuto è a dir poco sconcertante. Un peana nei confronti della Tgr Calabria (erroneamente chiamata nella lettera Tg3, evidentemente l’onorevole non sa che sono due testate differenti con due differenti direzioni) per come ha seguito la visita del Capo del Governo nel comune del Tirreno cosentino. “La notizia della sua presenza a Scalea – scrive Magorno – ha avuto una capillare risonanza sul territorio, anche grazie al Tg3 che, attraverso la testata regionale, ha garantito un’ampia e approfondita copertura dell’evento con numerose finestre prima, durante e dopo il suo svolgimento. Il Tg3 Calabria in tutte le edizioni, ha dato il meritato risalto alla Sua visita e alla Sua figura, nella duplice veste di Presidente del Consiglio e Segretario Nazionale del Pd. Inoltre ho appreso che nei prossimi giorni andrà in onda uno speciale proprio sull’incontro svoltosi a Scalea presso l’Istituto Comprensivo Statale Gregorio Caloprese”.
In questa prima parte della lettera c’è da dire che forse l’on. Magorno ha visto tutt’altro film, perché la copertura dell’evento realizzata dai colleghi Gennaro Cosentino (che ha curato la diretta) e Mara Martelli, è stata impeccabile, in quanto oltre al contenuto dell’intervento di Renzi hanno anche dato voce attraverso immagini ed interviste alle numerose contestazioni di cassintegrati, operatori sanitari e semplici cittadini, che hanno fatto da contorno alla manifestazione.
Allora perché tutto questo esaltarsi per la testata regionale? Lo si evince forse nella seconda parte della missiva. Scrive Magorno:”In realtà, fin dall’inizio, il Tg3 Calabria, ha dimostrato grande interesse giornalistico verso l’attività del Pd, seguendone l’excursus e comunicando, puntualmente, ogni iniziativa rilevante, organizzata dal partito. Mi sembra doveroso, quindi, portare alla Sua attenzione l’efficienza e la qualità dell’informazione e del servizio reso dal TG3 Calabria in generale e, in particolare, nel raccontare le diverse fasi della giornata, oserei dire epocale, per il Pd e per l’intera regione”.
Anche in questa seconda parte l’onorevole Magorno continua a vedere un altro film, perché pochi giorni fa l’ex parlamentare del Pd Franco Laratta ha proposto una “giornata di liberazione dalla Tgr Calabria” accusando pubblicamente il capo redattore Annamaria Terremoto di riempire la scaletta del telegiornale con sagre della cipolla e cose simili pur di non parlare dei guai giudiziari di Gentile e Scopelliti. “Il Tgr Calabria – ha dichiarato Laratta – ha negato ai telespettatori calabresi l’esistenza di un caso Reggio; dello scandalo Sanità; del caso Gentile L’Ora”. Denuncia che fa seguito a quella della collega Anna Rosa Macrì, che durante il convegno in ricordo di Alessandro Bozzo (il giornalista suicidatosi un anno fa dopo essere stato licenziato dalla testata L’Ora della Calabria), ha parlato di censure e persino mobbing subiti quando lavorava nella redazione della Tgr, o quando la Terremoto non diede la notizia dell’avviso di garanzia a Scopelliti.
Evidentemente il parlamentare Magorno ha un altro concetto di come deve essere l’informazione, in base a quanto previsto dall’articolo 21 della Costituzione e dal codice deontologico della professione. Ed in questo il suo atteggiamento è comune a quello di certi esponenti del centrodestra calabrese (appunto l’intercambiabilità tra i due schieramenti). Noi ribadiamo che l’informazione non è un cane da salotto, ma un cane da guardia per i cittadini che hanno il diritto ad essere informati. Ed il dovere dei giornalisti è quello d’informare e non cedere alle lusinghe del potere politico per fare carriera. Speriamo che il Presidente Renzi abbia prontamente cestinato la lettera del suo solerte adulatore, e che il suo governo presti invece maggiore attenzione a ciò che sta avvenendo in quelle regioni dove il sistema informazione è sottoposto a continue pressioni e censure da parte della criminalità organizzata e della politica. Perché “Cambiare verso” si può, certo non con i vecchi metodi di ciò che una volta veniva definito sottobosco politico.