La redazione contro la decisione del liquidatore. FNSI: “sconcertante”. Negata la riapertura del sito web. I giornalisti reagiscono aprendo un blog
Da qualche giorno il quotidiano non è più in edicola e il sito web è stato oscurato: la sopravvivenza dell’Ora della Calabria, la testata di Cosenza che a febbraio aveva denunciato un grave episodio di censura (con un blocco delle rotative al centro di indagini giudiziarie), è sempre più in pericolo, dopo che il 24 aprile liquidatore Giuseppe Bilotta ha imposto quindici giorni di ferie forzate e comunicato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per la totalità dei dipendenti della società editrice del quotidiano. Il comitato di redazione e il direttore protestano ed hanno deciso di occupare la sede del quotidiano, raccogliendo la solidarietà delle rappresentanze di categoria e di diverse istituzioni. I giornalisti hanno anche deciso di aprire un blog (http://lorasiamonoi.wordpress.com/) per continuare a fare il loro lavoro, nonostante la chiusura.
LE PROTESTE – Dal 23 aprile le pubblicazioni sono ferme, come disposto il liquidatore. Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) Carlo Parisi, aveva cercato di convincerlo ad autorizzare la riapertura del sito web, senza successo. “Il liquidatore Bilotta deve rispondere di censura. Si può sospendere il sito, ma non cancellarlo. Questo può farlo solo la magistratura”, ha dichiarato Parisi, che insieme al segretario generale della FNSI Franco Siddi, ha definito “sconcertante e inaccettabile la decisione di cessare le pubblicazioni”.
“La chiusura – denunciano Siddi e Parisi – sembra un atto ritorsivo, un’inutile e dannosa prova di forza che indebolisce ulteriormente il circuito della stampa libera in Calabria. Il Sindacato dei giornalisti resta vicino ai colleghi e lancia un appello alle istituzioni perché sappiano, per una volta, assumere iniziative di garanzia volte a trovare soluzioni trasparenti per la ripresa delle pubblicazioni”.
Il 25 aprile c’è stata poi la decisione del Cdr e del direttore, in assemblea permanente dal 18 aprile, di occupare la sede centrale della redazione a Rende (Cosenza).
Il 28 poi Parisi ha chiesto un incontro al Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomeo, per cercare un’alternativa ai licenziamenti.
SOLIDARIETÀ – Preoccupazione per la chiusura del quotidiano è stata espressa in una nota dalla Giunta provinciale di Reggio Calabria, che ha ipotizzato delle iniziative che abbiano lo scopo di “raffreddare la vertenza che vede impegnate le maestranze e i giornalisti ed impedire così la morte di un organo di stampa che, come tutte le altre testate che operano sul territorio, è un presidio di legalità e libertà”.
L’ex parlamentare Angela Napoli, presidente dell’associazione Risveglio ideale e consulente della Commissione antimafia, in un intervento pubblico si è rivolta al liquidatore scrivendo che, da abbonata al quotidiano calabrese, si sente danneggiata dalla cessazione delle pubblicazioni e che il suo “non è solo un problema di diritto al rimborso bensì la negazione di un mio futuro diritto a conoscere le malefatte di personaggi che hanno sperperato il pubblico denaro e che hanno gettato fango sulla Calabria”.
Che venga fatta luce “su una vicenda che ha mostrato i contorni di una misura ingiusta contro i giornalisti nel momento in cui gli stessi avevano messo in atto un loro diritto – costituzionalmente riconosciuto – allo sciopero per rendere evidenti le storture di una vicenda assurda, prima fra tutte quella riguardante la volontà – annunciata – dello stampatore di voler acquisire il giornale” ha chiesto il senatore calabrese Francesco Molinari, del Movimento Cinque Stelle.
“Un giornale che chiude rappresenta, sempre, una battaglia persa a favore della libertà, quando poi questo giornale è lo stesso che, da sempre, combatte battaglie importanti sulla moralità della politica, allora ci sorgono dubbi e perplessità legittimi”, ha scritto in una dichiarazione il presidente della Costituente regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Bevilacqua.
L’associazione Articolo21 ha scritto che la decisione di occupare “ha una portata nazionale perché in quella realtà rischiano di saltare tutte le regole contrattuali e gli stessi valori che ispirano l’articolo 21 della Costituzione”.
Anche l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Salvatore Nunnari, ha espresso vicinanza ai giornalisti, andandoli a trovare in redazione e scrivendo poi in una nota: “Un giornale che chiude fa sempre tristezza, in modo particolare quando porta la voce della libertà”. “Cosa posso fare per voi? Vorrei aiutarvi”, ha aggiunto. A far visita ai cronisti è stato anche un altro arcivescovo, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, della diocesi di Reggio Calabria-Bova: “Perdere uno strumento di informazione è un disagio per tutta la collettività e la comunità”, ha detto il prelato. “Non faccio graduatorie tra testate ma comunque l’Ora della Calabria ha esercitato un ruolo importante: ha reso un buon servizio alla Calabria e sapere che è in discussione è qualcosa che rattrista e dispiace. Qualche volta sono stato critico ma la possibilità di esprimersi giova al bene di tutti. Sapere che possa continuare a svolgere il suo ruolo è un motivo di gioia per tutti. Spero raggiungiate l’obiettivo di libertà e di espressione”, ha aggiunto.
MF
La redazione contro la decisione del liquidatore. FNSI: “sconcertante”. Negata la riapertura del sito web. I giornalisti reagiscono aprendo un blog
Da qualche giorno il quotidiano non è più in edicola e il sito web è stato oscurato: la sopravvivenza dell’Ora della Calabria, la testata di Cosenza che a febbraio aveva denunciato un grave episodio di censura (con un blocco delle rotative al centro di indagini giudiziarie), è sempre più in pericolo, dopo che il 24 aprile liquidatore Giuseppe Bilotta ha imposto quindici giorni di ferie forzate e comunicato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per la totalità dei dipendenti della società editrice del quotidiano. Il comitato di redazione e il direttore protestano ed hanno deciso di occupare la sede del quotidiano, raccogliendo la solidarietà delle rappresentanze di categoria e di diverse istituzioni. I giornalisti hanno anche deciso di aprire un blog (http://lorasiamonoi.wordpress.com/) per continuare a fare il loro lavoro, nonostante la chiusura.
LE PROTESTE – Dal 23 aprile le pubblicazioni sono ferme, come disposto il liquidatore. Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) Carlo Parisi, aveva cercato di convincerlo ad autorizzare la riapertura del sito web, senza successo. “Il liquidatore Bilotta deve rispondere di censura. Si può sospendere il sito, ma non cancellarlo. Questo può farlo solo la magistratura”, ha dichiarato Parisi, che insieme al segretario generale della FNSI Franco Siddi, ha definito “sconcertante e inaccettabile la decisione di cessare le pubblicazioni”.
“La chiusura – denunciano Siddi e Parisi – sembra un atto ritorsivo, un’inutile e dannosa prova di forza che indebolisce ulteriormente il circuito della stampa libera in Calabria. Il Sindacato dei giornalisti resta vicino ai colleghi e lancia un appello alle istituzioni perché sappiano, per una volta, assumere iniziative di garanzia volte a trovare soluzioni trasparenti per la ripresa delle pubblicazioni”.
Il 25 aprile c’è stata poi la decisione del Cdr e del direttore, in assemblea permanente dal 18 aprile, di occupare la sede centrale della redazione a Rende (Cosenza).
Il 28 poi Parisi ha chiesto un incontro al Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomeo, per cercare un’alternativa ai licenziamenti.
SOLIDARIETÀ – Preoccupazione per la chiusura del quotidiano è stata espressa in una nota dalla Giunta provinciale di Reggio Calabria, che ha ipotizzato delle iniziative che abbiano lo scopo di “raffreddare la vertenza che vede impegnate le maestranze e i giornalisti ed impedire così la morte di un organo di stampa che, come tutte le altre testate che operano sul territorio, è un presidio di legalità e libertà”.
L’ex parlamentare Angela Napoli, presidente dell’associazione Risveglio ideale e consulente della Commissione antimafia, in un intervento pubblico si è rivolta al liquidatore scrivendo che, da abbonata al quotidiano calabrese, si sente danneggiata dalla cessazione delle pubblicazioni e che il suo “non è solo un problema di diritto al rimborso bensì la negazione di un mio futuro diritto a conoscere le malefatte di personaggi che hanno sperperato il pubblico denaro e che hanno gettato fango sulla Calabria”.
Che venga fatta luce “su una vicenda che ha mostrato i contorni di una misura ingiusta contro i giornalisti nel momento in cui gli stessi avevano messo in atto un loro diritto – costituzionalmente riconosciuto – allo sciopero per rendere evidenti le storture di una vicenda assurda, prima fra tutte quella riguardante la volontà – annunciata – dello stampatore di voler acquisire il giornale” ha chiesto il senatore calabrese Francesco Molinari, del Movimento Cinque Stelle.
“Un giornale che chiude rappresenta, sempre, una battaglia persa a favore della libertà, quando poi questo giornale è lo stesso che, da sempre, combatte battaglie importanti sulla moralità della politica, allora ci sorgono dubbi e perplessità legittimi”, ha scritto in una dichiarazione il presidente della Costituente regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Bevilacqua.
L’associazione Articolo21 ha scritto che la decisione di occupare “ha una portata nazionale perché in quella realtà rischiano di saltare tutte le regole contrattuali e gli stessi valori che ispirano l’articolo 21 della Costituzione”.
Anche l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Salvatore Nunnari, ha espresso vicinanza ai giornalisti, andandoli a trovare in redazione e scrivendo poi in una nota: “Un giornale che chiude fa sempre tristezza, in modo particolare quando porta la voce della libertà”. “Cosa posso fare per voi? Vorrei aiutarvi”, ha aggiunto. A far visita ai cronisti è stato anche un altro arcivescovo, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, della diocesi di Reggio Calabria-Bova: “Perdere uno strumento di informazione è un disagio per tutta la collettività e la comunità”, ha detto il prelato. “Non faccio graduatorie tra testate ma comunque l’Ora della Calabria ha esercitato un ruolo importante: ha reso un buon servizio alla Calabria e sapere che è in discussione è qualcosa che rattrista e dispiace. Qualche volta sono stato critico ma la possibilità di esprimersi giova al bene di tutti. Sapere che possa continuare a svolgere il suo ruolo è un motivo di gioia per tutti. Spero raggiungiate l’obiettivo di libertà e di espressione”, ha aggiunto.
MF
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