Siamo un nutrito gruppo di dipendenti RAI e cittadini che hanno a cuore la sorte dell’azienda concessionaria del contratto di Pubblico Servizio. Come lei immaginerà la nostra azienda non è un luogo di lavoro ordinario ma siamo l’azienda a cui fu affidato il delicato compito di educare, formare culturalmente ed informare un paese allo sbando e ancora alle prese con le macerie della guerra. Per tanto tempo la RAI ha saputo e potuto svolgere egregiamente il compito affidatole da un governo costituente. Purtroppo negli ultimi trent’anni i nuovi governi hanno via via utilizzato per i propri fini la Rai ostacolando di fatto questo nobile compito fino a rendere le produzioni Rai di un livello qualitativamente cosi basso da confondersi con quelli delle numerose emittenti private. A causa delle ingerenze politiche la Rai è percepita come un covo di privilegiati e per questo la tassa che la finanzia è una delle più odiate ed evase. Italiani addirittura invitati da un ex presidente del Consiglio ad evadere il Canone Rai. E ora lei PRESIDENTE si appresta con le sue scelte economiche ad infliggere il colpo di grazia al Servizio Pubblico.
Presidente, per molto tempo abbiamo atteso una sua presa di posizione nei confronti della RAI, abbiamo sperato in un suo rilancio del Servizio Pubblico e invece con rammarico dobbiamo rilevare che il suo intervento conduce la Rai alla rottamazione. La decisione di sottrarre centocinquanta milioni di euro pone drasticamente in crisi una azienda i cui bilanci sono in difficoltà già nella gestione quotidiana. Apprendiamo che l’articolo 21 del DL Spending Review modifica la Legge Gasparri per la parte riguardante l’obbligatorietà dell’esistenza delle sedi regionali. IndigneRai, ritenendo che esse siano il pilastro sul quale si basa il contratto di servizio, suppone che dietro a questa modifica si nasconda la volontà di demolire definitivamente il Servizio Pubblico, con conseguenti perdite di posti di lavoro. Infatti, dalla relazione della Corte dei Conti si evince un costo per il personale delle sedi RAI pari a 155 milioni. Questi costi permettono alle sedi regionali di produrre circa 15.000 ore di trasmissioni l’anno. Se la matematica non ci inganna il taglio da lei proposto si tradurrebbe in tantissimi posti di lavoro il cui futuro non e’ da lei ponderato.
Signor Presidente, il nobile scopo di integrare i redditi degli italiani rischia di farle sottovalutare le drammatiche conseguenze di questi atti sui diritti sanciti dall’Art. 21 della Costituzione Italiana che il Servizio Pubblico è chiamato a soddisfare. La RAI sicuramente necessita di una riforma che le permetta, proprio come negli anni del dopoguerra, di ritornare punto di riferimento per la società italiana con la missione di produrre cultura, divertimento e informazione in un paese che, ieri come oggi, ne ha un gran bisogno. La riforma che le chiediamo è di liberare la Rai dai partiti rendendo trasparente la gestione aziendale e imponendo un serio controllo sui numerosissimi sprechi.
Una Rai finalmente ben gestità potrebbe di conseguenza elevare la qualità del servizio offerto e per questo renderebbe meno odiosa una tassa come il Canone che lo stato ha sempre avuto l’imbarazzo di esigere fino in fondo. Solo combattendone seriamente l’evasione è possibile reperire le risorse che al contempo permeterebbero alla Rai di continuare a soddisfare il contratto di servizio, ai dipendenti di proseguire nella loro prestazione lavorativa e allo stato di prelevare quanto destinato a finanziare l’integrazione di ottanta euro negli stipendi degli italiani. Prima del voto definitivo di un DL che potrebbe cambiare le sorti di un’azienda e di un paese, le chiediamo di riflettere sulle nostre analisi e vi sollecitiamo un incontro per approfondire, se lo riterrete opportuno, il capitolo sugli sprechi. A Lei piace dire :”CAMBIAMO VERSO”…già, cambiamolo il verso delle cose. Permetta alla RAI di tornare a fare quello che sa fare meglio e per cui è strutturata, e cioè IL SERVIZIO PUBBLICO.
Questo lo si può fare cambiando e derogando interi pezzi della Gasparri al fine di rendere migliore il servizio pubblico e l’unico modo per farlo è non tagliare indiscriminatamente ma investire, ottimizzare e rendere la RAI a disposizione dell’unico proprietario. L’UTENTE.