Sandra Bonsanti
Matteo Renzi lo ha ricevuto a cena a Palazzo Chigi. Un incontro di due ore per rinsaldare il “patto” contro la Costituzione. “Il patto tiene”, “Il patto regge”, fanno sapere alla fine i partecipanti.
Più di settanta articoli della Costituzione italiana saranno sostituiti per far posto a un monocameralismo senza pesi e contrappesi e a tutto quello che si trascinerà dietro.
Cerchiamo dunque di approfondire, partendo dalle personalità dei contraenti il patto. Da una parte c’erano tre giovani politici, tutti nati nella Dc o nella Margherita, (due di essi Renzi e Lotti anche boyscout). Dall’altra, accanto a Berlusconi e Verdini che di problemi con la giustizia non deficitano (è dell’altro giorno l’autorizzazione del Senato all’uso delle intercettazioni di Verdini per l’inchiesta sulla P3), anche Gianni Letta, che non è parlamentare e nemmeno ex, che è qualcosa di più, appartiene al rango di coloro che molto spesso sono ringraziati per aver “servito” la Repubblica italiana. In che modo Gianni Letta ha “servito” il Paese? Offrendo a Berlusconi una sponda “istituzionale” ogni qual volta ce n’è stato bisogno.
Assenti: un qualunque politico proveniente dalla radice Ds del partito Democratico o da qualche altra sinistra italiana. Nessuno scandalo: questa riforma piace all’attuale Pd, anche se non a tutto.
Questa riforma non fa paura a nessuno, perché, come dice Gustavo Zagrebelsky, Renzi non è un tiranno. Oggi, non c’è un tiranno. Non c’è ancora la “svolta autoritaria”, stiamo però andando “verso” la svolta. Basta mettere insieme la riforma elettorale, la nuova Costituzione, la politica dell’energia e della velocità, il disprezzo per il pensiero critico.
Renzi è un erede. Di quale tradizione e di quale pensiero politico si potrebbe discutere a lungo. Magari per decidere che eredità e sfoggio di innovazione sono una sola cosa. E che la democrazia è altro, e non trae linfa vitale da un “patto” siglato e rafforzato a Palazzo Chigi, tra quei contraenti.
Anzi, si assottiglia sempre di più, fino a quando respingere l’eredità sarà troppo tardi e inutilmente cercheremo nella Costituzione di Renzi e di Berlusconi le garanzie che avevamo avuto ma che qualcuno, una sera a cena, aveva deciso che erano diventate inutili, anzi dannose.