“Vince il buonsenso. La procura generale accetta i servizi sociali blandi per Berlusconi”, scrive il Giornale in prima pagina. “Ora serve cautela”, parola del Capo dei Moderati. “Berlusconi si salva dai domiciliari”, titola Repubblica, ma attribuisce al nostro una fase ancora da Caimano: “evitata una guerra!” Per il Fatto, bicchiere semi vuoto: “Silvio farà il badante. Ma sarà sempre in tv”. Cosa posso aggiungere? Che la giustizia deve restare uguale per tutti e la clemenza, che invocheremmo per un qualunque reo settantottenne, deve valere pure per Berlusconi. Lo scrive Ferrarella sul Corriere, ma aggiunge che in Germania gli evasori fiscali in carcere sono 8.601, in Italia solo156.
Piuttosto Repubblica si interroga sulle conseguenze politiche che il declino di Berlusconi potrebbe avere: “La paura di Pd e Renzi. Se Forza Italia crolla l’Italicum andrà rivisto”. Non condivido la “paura”, anzi non mi sembra affatto un male che la legge elettorale venga cambiata e a quattr’occhi molti dirigenti del Pd mi danno ragione. Una legge, infatti, con due premi di maggiorana (37% e ballottaggio), con ben tre soglie di sbarramento (al 4,5 per chi si coalizza, all’8 per chi corra da solo, al 12 per le coalizioni), e senza la possibilità per l’elettore di scegliere l’eletto, non si è mai vista in Europa e, probabilmente, è persino incostituzionale. La cambieremo!Pardon: la cambieranno! Perché Renzi, nella veste di segretario, ci ordina di tacere: pacta (cum Verdini) sunt servanda. Fino al 25 maggio.
Nella duplice veste di Presidente del Consiglio e di Segretario del Pd, Matteo Renzi è stato ieri ospite di Bianca Berlinguer. Ha detto: «Il Pd ha delle regole interne: la minoranza non va per i fatti suoi, ma dove va la maggioranza». Sono d’accordo. Il disegno di legge Chiti, che ho firmato, va dove va la maggioranza. Tant’è che prevede voto di fiducia e leggi di bilancio solo per la Camera dei Deputati, supera il bicameralismo e riduce i costi della politica e il numero delle “diarie”, dimezzando i parlamentari. Inoltre, questo nostro disegno di legge sta già portando un valore aggiunto: ieri è stato sottoscritto da 12 senatori ex 5 Stelle, senatori dell’opposizione. Quanto alla storia dei Sindaci e dei Governatori i quali, dismessi i panni del duro lavoro dell’amministratore vestano per alcuni giorni il laticlavio del senatore (come prevede il Dl Boschi) direi a Renzi che, se la minoranza ha il vincolo politico della lealtà, il Governo, da parte sua, ha il dovere di ascoltare i consigli del Parlamento, specie in materia costituzionale.
Caro Matteo, siamo sicuri che ce la farai a mantenere la promessa e a svegliare la bella addormentata (Italia) prima che passino 100 anni. E che sarai sempre vigile e saprai ascoltare i consigli del Parlamento. Solo così potrai evitare che l’orchessa, tua madre (la tentazione populista?), divori la principessa e i figli, Aurora e Giorno (1)
Intanto qualche castigatore di minoranze è stato già castigato. Parlo del sindaco di Bari, Emiliano (a La7 aveva detto “i senatori Pd? Dovranno rassegnarsi”). Oggi concede un’intervista alla Stampa: “La Picierno? Prenderei più voti io”. Pina Picierno è una delle cinque donne che Matteo Renzi ha chiamato per guidare le liste Pd per le europee. Emiliano, disarcionato dal ruolo di capolista, non l’ha presa benissimo, sentendosi Garibaldi a Teano dice “obbedisco” e si ritira dalla competizione elettorale.
Si ritira pure Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, alla quale il plenipotenziario di Renzi per la Sicilia, Davide Faraone, avrebbe offerto il ruolo di capolista, per poi preferirle, in dirittura d’arrivo, la figlia del grande magistrato anti mafia Rocco Chinnici. In Sicilia, d’altronde, ne succedono delle belle, con morti e feriti, nella sorda lotta di potere tra Pd regionale e governo Crocetta. Il “sulfureo” (2) presidente Crocetta voleva, infatti, mandare in Europa il Senatore Giuseppe Lumia, con ben 12 anni di parlamentare sulle spalle. Il Pd di Fausto Raciti, eletto segretario regionale grazie anche ai buoni uffici di Faraone, s’è opposto. E dalla lista è saltato anche Antonello Cracolici, storico oppositore di Crocetta. Cracolici, che pure viene dal Pci e dovrebbe dunque conoscere il peso delle parole, scrive: “sono vittima di una vendetta trasversale tipicamente mafiosa del duo Crocetta-Faraone. Il Pd in Sicilia come la Rai: di tutto di più!
(1) Nella seconda parte della favola, La belle au bois dormant, di Charles Perrault, la madre del principe, un’orchessa, cerca di uccidere e mangiare la bella principessa e i suoi figli, Aurora e Giorno.
(2) Ho usato il termine “sulfureo”, a proposito del Presidente Crocetta, come apprezzamento non ostile, a indicare la sua vitalità vulcanica e sicana. Ma se l’è presa a male e mi ha tacciato di essere “un killer venuto dall’est” Credo che volesse dire un killer manovrato dai suoi ex compagni di partito (comunista) Cracolici e Crisafulli…