Il traffico dei virus, generato dall’epidemia dei polli, è entrata ormai nel vivo in un’inchiesta ancora segreta guidata dal procuratore aggiunto della repubblica di Roma, Giancarlo Capaldo, e condotta dai Nas dei carabinieri sulla malattia dei polli, dopo che un’inchiesta condotta negli Stati Uniti per l’importazione di virus in quel paese dalla casa farmaceutica Merial, banca veterinaria del colosso Sanofi.
Il presidente (l’italiano Candoli, che ha patteggiato l’immunità in cambio delle rivelazioni sul traffico batteriologico) e i tre vicepresidenti della Società sono stati condannati in quel paese a pene pesanti. Ora l’inchiesta si avvicina all’Italia e la prima conseguenza è che una deputata di Scelta civica, la scienziata Ilaria Capua, è indagata dalla procura romana. L’inchiesta, per le conseguenze che può avere su migliaia o centinaia di migliaia di persone, ha contestato agli indagati reati gravissimi come la corruzione, l’abuso di ufficio e il traffico illecito di virus. All’on. Ilaria Capua si contesta di aver contribuito a creare un cartello tra le società, la Merial e la Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria.
Per reati così gravi molti colletti bianchi come il marito americano della deputata italiana, Richard John William Currie, indagato con altre 38 persone. E, nell’elenco degli italiani inquisiti, ci sono tre scienziati al vertice dell’Izs di Padova (Igino Andrighetto, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli), funzionari e direttori generali del Ministero della Salute (Gaetana Ferri, Romano Marabelli, Virgilio Donini ed Ugo Vincenzo Santucci); alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario (Gandolfo Barberino della regione Piemonte, Alfredo Caprioli dell’Istituto Superiore della Sanità, Francesco Maria Cancellotti, direttore generale dell’Istituto Superiore di Lazio e Toscana, Giorgio Poli della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano, Santino Prosperi dell’Università di Milano; coinvolta anche Rita Pasquarelli direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura. I fatti risalgono a sette anni ma tutti lavorano ancora nello stesso Istituto.
I sistemi per il contrabbando dei virus si sono rivelati ingegnosi: i plichi sono consegnati a domicilio con il virus congelato in cubetti di ghiaccio. L’altro metodo era quello di nacondere le provette tra i capi di abbigliamento sistemati in valigia: in questo modo assomigliano ai kit del piccolo chimico e non destano sospetti. Secondo i Nas dei carabinieri che hanno svolto finora le indagini anche l’onorevole Capua e l’Istituto Zoo Profilattico Nazionale sarebbero coinvolti nel traffico che è stato compiuto anche in Francia attraverso i laboratori francesi della Merial a Lione. Dall’inchiesta dei carabinieri emergono, come è naturale quando si indaga su processi iniziati alcuni anni fa (come nel 2005 quando scoppio l’epidemia viaria) si ricostruiscono contraddizioni e abusi che sono avvenuti nelle nostre istituzioni già allora come in molte vicende accadute negli anni scorsi. Ma queste sono cose che a chi frequenta da molti anni la storia italiana non appaiono più sorprendenti: sembra per certi aspetti la regola in un paese come l’Italia prima e dopo la tardiva e tormentata unificazione nazionale.