L’Aula del Senato ha approvato il ddl sulla riforma dell’articolo 416ter (voto di scambio politico – mafioso): presenti 242 senatori, votanti 241, i favorevoli sono stati 191 mentre i contrari solo 32. 18 gli astenuti (che al Senato vale come voto favorevole). Tensione in Aula, il Presidente Grasso, visto il clima di ostruzionismo fortissimo messo in atto dal Movimento 5 Stelle, ha sospeso la seduta e cacciato dall’aula due senatori Santangelo e Airola. L’espulsione dei due senatori a Cinque stelle ha costretto poi Grasso a sospendere la seduta, anche perchè altri colleghi pentastellati come Angelo Tofalo accusano il Presidente del Senato di aver semplicemente dato seguito alla richiesta di un senatore forzista, recatosi allo scranno della Presidenza.
“L’approvazione al Senato della modifica del 416ter – fa sapere l’ufficio di Presidenza di Libera – contiene una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l’inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole “altra utilità”, che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all’erogazione di denaro. Una riforma sostenuta da oltre 475mila cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele. Grazie a queste due parole si potrà contrastare in maniera più efficace il “mercato dei voti”, venduti e comprati in cambio di favori, a partire dalle prossime elezioni di maggio, europee e soprattutto amministrative”.
“L’errore, su cui Libera ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene – continuano nella nota – che vanno inserite, invece, in un più generale inasprimento di tutti i reati di mafia, a partire dal 416 bis, oggi sanzionato con condanne inferiori a quelle previste per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’auspicio, già sotttolineato prima del voto di oggi a Palazzo Madama, è che il governo intervenga quanto prima, come suggerito dalla commissione Garofoli, perché siano previste per i reati di mafia sanzioni più severe ed efficaci, nel rispetto del principio della proporzionalità della pena”.
“Si tratta – concludono – comunque solo di un primo passo, anche se importante, e di un doveroso atto politico di trasparenza e bonifica delle istituzioni democratiche. Reati diffusi al punto da diventare costume, chiedono non solo leggi all’altezza ma l’impegno di tutti noi a volerle e sostenerle attraverso le scelte e i comportamenti quotidiani. E’ necessario a questo punto, fare un ulteriore scatto e arrivare prima possibile, a una più generale legge sulla corruzione dotata di quelle misure (confisca dei beni ai corrotti; pene adeguate per “reati civetta” come il falso in bilancio, la disciplina sulla prescrizione, l’autoriciclaggio, l’evasione fiscale) per rendere il nostro Paese una comunità dove l’interesse economico coincida finalmente con l’interesse sociale, con la dignità e la libertà di tutti”.