Approvate le modifiche al 416ter dopo oltre vent’anni dalla prima formulazione, dimostratasi inapplicabile. Infatti il voto di scambio tra politico e mafioso difficilmente avviene per denaro in contanti. Basta la promessa di favori futuri lucrosi: appalti, concessioni pubbliche e quant’altro possa favorire l’intreccio mafia, affari, corruzione, politica. Il nuovo 416ter segna una svolta nell’attenzione del legislatore nel contrasto di uno specifico comportamento politico-mafioso, ciò avviene nel momento in cui il governo annuncia futuri interventi contro l’autoriciclaggio e nuove misure anticorruzione. Di solito la legislazione antimafia è stata varata sotto la pressione dell’opinione pubblica scossa da gravi fatti di sangue e di stragi mafiose.
Dopo la prima guerra e Ciaculli la prima commissione antimafia e la legge 575; dopo la seconda guerra di mafia e gli omicidi politico-mafiosi di Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, la legge Rognoni-La Torre; dopo le stragi del 92/93 il 416 bis, il 416 ter e nel 1996, dopo un milione di firme, la legge 109 per regolamentare la gestione dei beni confiscati alle mafie come previsto dalla legge Rognoni-La Torre. Ora il Parlamento aggiunge finalmente dopo oltre vent’anni al 416ter le altre utilità e la promessa come elementi sostanziali del voto di scambio. Non è poco, è un buon strumento affidato alle mani esperte degli investigatori che sapranno decriptare lo scambio tra politico e mafioso.
Ma non sarà la bacchetta magica per la cancellazione delle mafie dal panorama nazionale, dal momento che le mafia da un po’ di tempo preferiscono investire nei paesi dove la consapevolezza della loro pericolosità sociale e democratica non è avvertita o è tollerata, considerandola (pecunia non olet) un incremento finanziario alle loro economie. Il segnale è doppiamente positivo perché la legge entrerà subito in funzione alla vigilia delle elezioni europee e di un importante turno di amministrative. Cioè gli investigatori potranno monitorare liste e campagne elettorali per accertare e documentare eventuali scambi di voto ormai reato tipizzato.
Non prendiamo in alcuna considerazione le strumentalizzazioni preelettorali di chi grida che si è fatto un favore alle mafie, ma non sottovalutiamo le osservazioni critiche di quanti hanno ritenuto un errore graduare la penalità rispetto al concorso esterno e al 416 bis, la buona giurisprudenza ci dirà se si dovranno apportare nel futuro miglioramenti. Ma come si evince anche dall’ultimo report del Centro Pio La Torre sulla percezione del fenomeno mafioso da parte degli studenti, l’urgenza più sentita non è l’inasprimento delle pene, ma la loro effettiva applicazione, soprattutto per colpire la corruttibilità della classe dirigente.
Indagini e processi devono essere rapidi, non incappare in prescrizioni diventate sempre più brevi per favorire il sistema politico-affaristico mafioso. Il passo avanti compiuto con il nuovo 416ter accelera la necessità di un testo unico antimafia che sciolga tutte le criticità e le incongruenze della legislazione antimafia attuale nata dalle varie emergenze storiche. Inoltre il codice etico varato dalla precedente Commissione antimafia affinché i partiti non possano candidare i rinviati a giudizio per reati gravi di mafia, corruzione e contro la Pubblica Amministrazione deve diventare legge cogente non violabile in alcun modo.
Infine avere le carte in regola in italia con la legislazione antimafia ci rende più forte perché l’Ue ne adotti non solo gli indirizzi, ma anche l’esperienza legislativa alla quale uniformare la legislazione dei paesi membri. Ripensare un’antimafia moderna significa anche una politica che ripudia il metodo e il sistema mafioso non solo sul piano etico o con l’inasprimento delle pene, ma con la loro applicazione certa verso i “potenti protettori” e non solo verso il loro braccio armato.Un’Europa senza mafie significa un’area di libero mercato e di democrazia non condizionata, dove prevalgono i diritti dei cittadini finalmente europei.