E’ molto istruttivo andarsi a rileggere cosa dicevano i vescovi cattolici arabi prima che cominciasse la Primavera.
Anno di grazia 2009. Papa Benedetto XVI convoca in Vaticano il Sinodo dei vescovi del Medio Oriente. E’ un’occasione importantissima per fare il punto sul rapporto con musulmani e governi arabi. Ecco quanto scrivevano nei “lineamenta”, il documento preparatorio dei lavori sinodali.
16. La modernità penetra sempre più nella società: l’accesso alle reti televisive del mondo e a Internet ha introdotto, nella società civile e tra i cristiani, nuovi valori ma anche una perdita di valori. Come risposta, si diffondono sempre più i gruppi fondamentalisti islamici. Il potere reagisce con l’autoritarismo, il controllo della stampa e dei media, mentre la maggioranza aspira a una vera democrazia.
17. Benché in Medio Oriente i cristiani siano quasi ovunque una scarsa minoranza (ad eccezione del Libano), che va da meno dell’1% (Iran, Turchia) al 10% (Egitto), essi tuttavia irradiano attivo dinamismo. Il pericolo sta nel ripiegamento su di sé e nella paura dell’altro. È necessario perciò che rafforziamo la fede e la spiritualità dei nostri fedeli e, allo stesso tempo, rinsaldiamo il legame sociale e la solidarietà tra di loro, senza cadere in un atteggiamento ghettizzante. L’educazione, d’altronde, è l’investimento maggiore. Le nostre Chiese e le nostre scuole potrebbero aiutare di più i meno fortunati.
B. Le sfide che i cristiani devono affrontare
1. I conflitti politici nella regione
18. I conflitti politici in corso nella regione hanno un’influenza diretta sulla vita dei cristiani, in quanto cittadini e in quanto cristiani. L’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi rende difficile la vita quotidiana per la libertà di movimento, l’economia e la vita religiosa (accesso ai Luoghi Santi condizionato da permessi militari concessi agli uni e agli altri, per motivi di sicurezza). Inoltre, alcune teologie cristiane fondamentaliste giustificano, basandosi sulle Sacre Scritture, l’occupazione della Palestina da parte di Israele, il che rende ancor più delicata la posizione dei cristiani arabi.
19. In Iraq, la guerra ha scatenato le forze del male nel Paese, nelle confessioni religiose e nelle correnti politiche. Essa ha mietuto vittime tra tutti gli iracheni, ma i cristiani sono stati tra le vittime principali in quanto rappresentano la comunità irachena più esigua e debole, e la politica mondiale non ne tiene alcun conto.
20. In Libano, i cristiani sono profondamente divisi sul piano politico e confessionale e nessuno ha un progetto che possa essere accettato da tutti. In Egitto, la crescita dell’Islam politico, da una parte, e il disimpegno dei cristiani nei confronti della società civile, dall’altra, rendono la loro vita esposta all’intolleranza, alla disuguaglianza e all’ingiustizia. Inoltre, questa islamizzazione penetra nelle famiglie anche mediante i mass media e la scuola, modificando le mentalità che, inconsapevolmente, si islamizzano. In numerosi Paesi, l’autoritarismo, cioè la dittatura, spinge la popolazione, compresi i cristiani, a sopportare tutto in silenzio per salvare l’essenziale.
Due anni dopo, nel 2011, è cominciata la Primavera araba, ma molti vescovi si sono, si direbbe, dimenticati di queste parole, affermando, come ha fatto il cardinale Beshara Rai, che non si poteva parlare di Primavera come se prima ci fosse “l’inverno”.