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Genitori contro tribunali e servizi sociali. Oltre 1400 segnalazioni al Garante

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Terza Relazione al Parlamento. La maggior parte provengono da familiari e mostrano “un sentimento di sfiducia negli organismi e negli operatori dello Stato e degli enti locali”. Il 31,6% riguardano i “figli contesi”

ROMA –  Sono oltre 1.400 le segnalazioni di violazione o di rischio di violazione dei diritti dei minori pervenute presso gli uffici dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sia agli uffici nazionali (193 segnalazioni) sia ai garanti regionali di 12 tra regioni e province autonome italiane. A tirare le somme la Terza Relazione al Parlamento presentata oggi a Montecitorio dal Garante nazionale. All’ufficio nazionale sono giunte dal marzo 2012 al 31 dicembre 2013 238 segnalazioni, di cui 45 nel 2012 e le restanti lo scorso anno. Dalle segnalazioni raccolte sia dall’ufficio nazionale che da quelli regionali di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, province autonome di Bolzano e Trento (dalla Calabria non sono arrivati dati) appare evidente come la maggior parte di esse provenga da genitori (37 per cento delle segnalazioni totali), seguino quelle provenienti dai servizi socio-sanitari (21 per cento), poi i cittadini (7 per cento), minorenni (6 per cento), parenti (5 per cento) e scuola (4 per cento). Per quanto riguarda le segnalazioni giunte all’ufficio nazionale, invece, mentre al primo posto ci sono sempre i genitori, i cittadini e i parenti sono rispettivamente al secondo e terzo posto.

Riguardo le ragioni delle criticità, le segnalazioni al Garante nazionale e ai garanti regionali riguardano per il 54 per cento soprattutto conflitti tra privati e servizi o istituzioni. Per le segnalazioni giunte soltanto al Garante nazionale, la percentuale sale al 64 per cento. Segnalazioni che per il Garante “riflettono un malumore diffuso e un sentimento di sfiducia negli organismi e negli operatori dello Stato e degli Enti locali competenti ad intervenire, che investe i cittadini coinvolti soprattutto in problematiche di tipo familiare – spiega la Relazione -. Vengono attaccate duramente le comunità, non comprese nella loro valenza educativa; contestati aspramente i provvedimenti dei Tribunali per i minorenni in ambito civile; svalutato, alcune volte sin quasi fino all’oltraggio, il lavoro degli operatori del servizio sociale”.

Il 22,7 per cento delle segnalazioni totali per il 2013, invece, riguarda le criticità tra privati. Dato che per le segnalazioni raccolte dall’ufficio nazionale arriva al 31,6 per cento. “Sono emblematiche, in tal senso, le segnalazioni pervenute all’Autorità aventi ad oggetto “figli contesi” tra genitori a seguito della loro separazione che, unite a quelle relative ad altrettanti episodi di sottrazione internazionale di minorenne, costituiscono il 36 per cento del totale delle segnalazioni pervenute all’ufficio nazionale nell’anno 2013. Offrono uno spaccato di rabbia e dolore ma anche un utile ventaglio di esempi concreti sui quali lavorare per promuovere, presso le istituzioni e gli enti di competenza, la ricerca di soluzioni ‘alla radice’ delle problematiche che vengono poste, che possono tradursi nella individuazione di lacune normative sulle quali sollecitare un intervento parlamentare o governativo, nella rilevazione di difformità di interpretazione ed applicazione che richiedono miglioramenti e unificazione di procedure, nell’invito ad applicare le buone leggi che già ci sono e rimangono spesso ignorate e disattese”.

Per il Garante, infine, sono “apprezzabili la sensibilità e il senso civico di genitori e parenti che si fanno parte attiva” segnalando violazioni che riguardano i media. Coinvolti “soprattutto programmi televisivi andati in onda sulle reti nazionali pubbliche e private che non appaiono adatti ad un pubblico di persone di minore età o trailer ritenuti altrettanto inappropriati alla visione dei più piccoli, proposti nelle sale cinematografiche prima delle proiezioni di film per bambini”.

Da redattoresociale.it


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