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Editoria: la perdita di copie vendute. La responsabilità di internet, la responsabilità dei giornali

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La crisi dei giornali venduti in edicola, dei giornali stampati, è un fenomeno progressivo che tutte le statistiche confermano. Il fenomeno è attribuito ad internet, all’ uso di lettura su dispositivi mobili (tablet, smartphone, etc). In gran parte questo è vero, ma non è la sola causa, anche se la sua rilevanza nella perdita di copie vendute è innegabile e cospicua nei numeri. Ci sono però altri fenomeni che accelerano questo processo e che meritano di essere approfonditi, anche perché la lettura dei giornali su internet segna un cambio di passo nella lettura, nell’ uso, nell’ influenza di ciò che proviene, in origine, dai giornali (una prevalenza di una lettura sommaria, per titoli, un numero minore di articoli lett, una caduta dell’ autorevolezza della comunicazione che si riceve).

E tuttavia vale la pena di analizzare alcuni fenomeni che accelerano questa diminuzione dei lettori su carta a favore di una lettura sommaria di ciò che rapidamente ci comunicano i siti internet degli stessi giornali. L’ impressione è che i giornali, fatte le dovute eccezioni, siano fatti male, abbiano perso, non sempre senza ragione, credibilità. Diceva uno psicologo americano, Jerome Bruner, che i racconti non sono mai innocenti, e spesso il lettore ha l’ impressione che il racconto che i giornali ci fanno della vita, l’ attenzione su cui puntano la loro attenzione, non diano un quadro attendibile della realtà. A questo si aggiunge  l’ impressione che in molti casi siano scritti e fatti male. Questa è un’ affermazione che non va generalizzata e, tuttavia,  va presa in considerazione. E’ questo  un discorso che cercheremo di approfondire anche in prossimi articoli, sottoponendolo al vaglio dei lettori, e senza la presunzione di dare giudizi monolitici ne tantomeno indiscutibili. Anzi questi articoli saranno utili più come apertura di una discussione che per quello che verranno affermando.

Giusto per cominciare partiamo da alcuni esempi di come i giornali (e i telegiornali) rappresentano la realtà facendo riferimento ad alcuni casi concreti che tutti hanno potuto osservare.
Negli ultimi tempi. Il nostro primo ministro ha avuto alcuni impegni internazionali importanti e di rilievo per le personalità che incontrava. I resoconti dei nostri giornali ci hanno dato un resoconto entusiastico di questi incontri? Proviamo a verificare qualche dato che riguarda il nostro premier e, viste alcune concomitanze,  anche papa Francesco.

Negli ultimi tempi sono venuti a Roma Putin e Obama. In realtà il loro scopo era incontrare il Papa e residualmente i nostri leader. Infatti il Presidente della Cina (l’ uomo che è a capo di un impero economico di non poco conto per chi è interessato a fare affari e creare lavoro) ha visitato le principali capitali europee senza passare per Roma. E’ un fatto che avrebbe dovuto a indurre i nostri quotidiani a una riflessione approfondita (quale è la nostra politica estera? Il ministero degli esteri ci costa molto, è produttivo? Come è potuto avvenire un fatto del genere? Fossi Cotarelli avrei analizzato la cosa. La spesa e i costi non si misurano solo con il pallottoliere).

Tra le sue prime visite di Stato, giustamente vista la situazione, Renzi è andato dalla Signora Merkel. I giornali italiani hanno riportato le dichiarazioni entusiastiche della primo ministro tedesco. Ma i complimenti, negli incontri internazionali, non sono la sostanza, sono atti di cortesia, come quando a un ricevimento si vede una vecchia Signora e si dice: “Signora la vedo in forma smagliante. Complimenti”. Ovviamente non è una dichiarazione d’ amore. E’, per l’ appunto, un atto di cortesia.

Per capire meglio la situazione ho visto tutta la conferenza stampa di Renzi e della Signora Merkel. E’ noioso, ma anche interessante vedere un’ intera conferenza stampa. Se all’ arrivo di un ospite, uno può accoglierti con un grande sorriso, più o meno sincero, più o meno spontaneo, più o meno ipocrita, è molto difficile che la stessa persona durante una lunga conferenza stampa riesca a tenere per l’ intera durata un atteggiamento di facciata. Mentre parlava Renzi, cercava di essere convincente e, perché no? retoricamente seduttivo, durante l’ intero intervento, la faccia della Merkel è stata di pietra. Detto in breve, Renzi non sfondava. Infatti dopo quell’ incontro non è passato giorno che o un rappresentante del governo tedesco, o della UE non ci ripeta che dobbiamo rispettare ciò che abbiamo firmato. Insomma, le riforme vanno bene però i sacrifici li dobbiamo fare fino all’ ultima lira. Affermazioni anche offensive, perché siamo continuamente richiamati all’ ordine prima ancora di aver commesso qualcosa. Più che essere vivere in una comunità europea, sembra di essere in un collegio di suore dell’ Ottocento.

Mentre osservavo questa conferenza stampa mi veniva in mente Berlusconi. Pensava con le sue abilità seduttive di ottenere dei vantaggi nei rapporti internazionali. In realtà Un capo di Stato è come l’ amministratore delegato di una società che amministra miliardi di miliardi. Se proprio ha tempo ti può invitare a cena, ma poi al dunque contano gli affari e gli interessi della società o, in questo caso, della propria nazione. Di là non si scappa. Le carte che ti puoi giocare non ti vengono dalla retorica. Quei giornali che hanno dato un resoconto entusiastico della visita fatta in Germania da Renzi non ci hanno aiutato molto a capire la situazione.

Torniamo a Obama. Papa Francesco, alla mattina alle sette,  ha celebrato messa (su loro richiesta, anche se non nel giorno e nell’ ora) per i parlamentari italiani. All’ omelia ha parlato in termini molto duri della corruzione, peccato diffuso e imperdonabile. Al termine della messa se ne è andato senza stringere la mano a nessuno (meglio non sbagliare e prestarsi a un uso improprio di foto propagandistiche). Un messaggio ai parlamentari italiani nella consapevolezza (è lecito pensarlo?) che qualcuno avrebbe poi riferito quel messaggio e al tipo di interlocutori cui si era rivolto, al Presidente Obama. Come dire : state attenti che io non faccio la foglia di fico e tu sappi che il problema dell’ Italia è anche il problema della corruzione che tocca anche piani alti.

Dell’ incontro tra Obama e il papa una cosa in particolare mi ha colpito. Francesco che è sempre sorridente, sempre accogliente, con Obama era insolitamente teso, mai un sorriso se non alla fine quando c’ è stato il rituale dello scambio dei doni, il momento delle pubbliche relazioni. Cosa hanno pubblicato i giornali e la televisione? Solo ed esclusivamente le foto in cui i due erano sorridenti e cordialissimi. Hanno dato una testimonianza compiuta di quello che era avvenuto? Mah!

La conferenza stampa Renzi Obama. Il nostro premier dinamico come sempre, pieno di energia, lanciato nell’ affermare le sue idee. Obama lo ascoltava con attenzione impassibile senza mai un sorriso, se non quello finale, a conferenza terminata, abituale nelle pubbliche relazioni. Naturalmente i giornali hanno pubblicato le foto dei due sorridenti (in questo modo ci hanno aiutato a capire la situazione, lo stato dei rapporti?). Alla fine Obama se ne è andato con la conferma dell’ ordine degli F 35 (il nostro ministro degli esteri ha dovuto fare marcia indietro rispetto alle sue dichiarazioni di poche ore prima). Nel taccuino di qualche funzionario della presidenza del Consiglio è forse rimasto l’ appunto di quale sia la percentuale di merci che il nostro paese esporta negli Stati Uniti: lo 0,6%.


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