Le truppe di Bashar al-Assad entrano ad Homs. Comincia oggi la capitolazione della città martire. Forse si spiega così l’efferato assassinio di padre Frans.
Poche ore dopo l’efferato assassinio del gesuita Frans Van der Lugt, testimone eroico e scomodissimo dei 19 mesi di assedio di Homs da parte dell’esercito siriano, le truppe fedeli a Bashar al-Assad hanno cominciato a fare il loro ingresso trionfale nei quartieri assediati della città..
La notizia, annunciata con gran strepitìo dai media del regime, trova conferma anche da fonti della resistenza di Homs. I cannoneggiamenti sarebbero fortissimi in queste ore e l’ingresso sarebbe ormai certo almeno in uno dei quartieri sotto assedio, Wadi al-Sayeh..
Assad si riprende così le macerie di quella che è stata la terza città siriana, debitamente pulita dalla sua polizia sunnita. Un tassello fondamentale nella costruzione di una mini-Siria sotto controllo assadita va come previsto a segno. La pulizia etnica e l’omogeneizzazione del territorio -che deve essere “sunnifree”- procede.
Tutto questo si verifica poco dopo l’intervento “umanitario” delle Nazioni Unite, che ha facilitato il compito degli assedianti facendo uscire da Homs gran parte della popolazione civile inerme. Non padre Frans, che si rifiutò, come altri 1200 disperati, di piegarsi all’ordine di evacuazione impartito da Damasco. Che questo poi sia “diritto umanitario” credo che proprio pochi lo possano sostenere. E chissà se sia un caso che proprio in queste ore si apprende che il governo siriano ritiene tutto pronto per indire le nuove elezioni presidenziali, alle quali dà per imminente l’annuncio della ricandidatura di Bashar al-Assad.