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Dell’Utri resterà in carcere, forse fino alla decisione sull’estradizione

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BEIRUT –  Marcello Dell’Utri rimane in carcere. Oggi, infatti, l’ex senatore non è comparso davanti ai magistrati libanesi per l’udienza di convalida dell’arresto, perché tale udienza non è prevista dalla legge libanese. Così ha sentenziato il procuratore generale della Cassazione, Samir Hammud, sottolineando che Dell’Utri potrebbe rimanere detenuto “fino alla decisione sull’estradizione”, chiesta dal governo italiano.

Resta da verificare se il reato di cui è accusato,concorso esterno in associazione mafiosa, è contemplato nei casi di estradizione. L’ex senatore si trova ancora nella caserma della polizia dove è stato portato dopo il fermo. La decisione dei supremi giudici arriverà solo domani, in apertura dell’udienza pubblica: spetta infatti al collegio giudicante, presieduto da Maria Cristina Siotto, decidere se accogliere o meno le istanze di rinvio del processo a carico di Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, presentate dai difensori per motivi di salute. Appare, però, quasi scontato che la Corte deciderà di fissare una nuova data per l’udienza.

I giudici, infatti, dovranno innanzitutto vagliare la documentazione presentata dai legali: alla cancelleria della prima sezione penale, infatti, già la settimana scorsa, è arrivato il certificato presentato dall’avvocato Massimo Krogh, mentre i documenti riguardanti l’impedimento dell’avvocato Giuseppe Di Peri sono giunti solo sabato scorso. In apertura dell’udienza, dunque, al momento di affrontare le questioni preliminari, i giudici della prima sezione penale, domani, chiederanno sia al rappresentante della Procura Generale, il sostituto pg Aurelio Galasso, sia ai legali delle parti civili, il loro parere sulla richiesta di rinvio. Poi, i giudici si riuniranno in camera di consiglio per decidere il da farsi. In ogni caso, uno slittamento dell’udienza non avrà ripercussioni sui termini prescrizionali: per l’ex senatore del Pdl, infatti, il quale rischia una condanna definitiva a sette anni di reclusione, la prescrizione maturerà il primo luglio prossimo, ma l’eventuale rinvio dell’udienza ‘congelera« i termini prescrizionali. Per fissare una nuova data, invece, sarà necessario trovare un giorno utile per ricomporre lo stesso collegio giudicante o, almeno, la presenza del presidente Siotto e del relatore della causa, il giudice Margherita Cassano.

Da dazebaonews.it


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