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Primo Maggio. Lutto al braccio
per le morti sul lavoro, vergogna nazionale

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Quando accadrà che  media e politica si occuperanno finalmente e a fondo del triste e sconvolgente fenomeno delle morti sul lavoro in Italia? Un’autentica vergogna nazionale che si cerca di minimizzare e occultare. L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro formato solo da volontari,  monitora i morti per infortunio sul lavoro già dal 1° gennaio 2008, a seguito della tragedia alla ThyssenKrupp di Torino. Tutti gli anni lo stesso numero di morti, senza vedere nessun miglioramento della situazione. E questo nonostante si racconti tutti gli anni che i morti sul lavoro calano. Invece, nonostante il calo degli occupati, le morti addirittura aumentano se si tengono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, che vogliamo ricordare non monitora e non segnala i lavoratori che non sono assicurati a questo istituto. L’INAIL fa un lavoro egregio, ma  non ha nessun potere per intervenire su categorie che non assicura. Non possono esserci lavoratori di seria A e di serie B, anche su queste tragedie. Perché una Partita Iva individuale, e sono diventate milioni, e  tantissime anche nei media, (ed è per questo che forse non si occupano a fondo del fenomeno), non deve avere un’assicurazione pari a quella dell’INAIL e allo stesso prezzo? E perché intere categorie non devono essere neppure come in questo caso “conteggiate” tra le morti sul lavoro, se muoiono sulle strade e in itinere? Non figurano tra le morti sul lavoro Carabinieri, Poliziotti, Militari dell’Esercito, Vigili del Fuoco ecc…E’ perché un agricoltore schiacciato dal trattore se lavora in proprio  non deve figurare? O se è già pensionato e porta avanti con il suo pezzo di terra l’agricoltura italiana e muore schiacciato dal trattore perchè deve sparire dalle statistiche? A noi non interessa com’è assicurato, ma solo se è morto lavorando. Il fenomeno è da riconsiderare interamente perchè è in larga parte diverso da come appare a larga parte dell’opinione pubblica che è erroneamente informata. E ricordiamo ancora una volta che dove sono presenti i sindacati le morti sono quasi inesistenti e i pochi lavoratori che muoiono in fabbrica o in un cantiere, sono spesso lavoratori esterni che sfuggono ad ogni controllo perché dipendenti di aziende appaltatrici.

Si sta in questi mesi cercando di metterli all’angolo precarizzando il lavoro di tutti i nuovi assunti e questo inciderà anche sulle morti sul lavoro.  L’otto di marzo, come Osservatotrio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro  abbiamo mandato una mail al Primo Ministro Renzi, al Ministro Poletti e al Ministro Martina, pregandoli di lanciare l’allarme sul pericolo che si corre guidando il trattore in un territorio collinare come quello italiano. Sapevamo, in base ai dati raccolti nel corso degli anni che entro pochi giorni sarebbe ricominciata la strage, proponevamo anche soluzioni. Ma niente, il nostro appello è caduto nel vuoto. Sapete quanti agricoltori sono morti schiacciati dal trattore da quel giorno? TrentasettePraticamente uno al giorno morto così atrocemente. Ed è per questo che io e Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni, morto a soli 23 anni per infortunio sul lavoro in una fabbrica nel 2006, e che non vede, come tanti altri familiari di vittime sul lavoro concluso l’iter giudiziario dopo quasi un decennio, stiamo digiunando chiedendo a tutti di portare il lutto al braccio il 1°maggio Festa dei lavoratori. Ed è per questo che l’Osservatorio è entrato in sciopero e non divulga più post specifici dal 23 aprile. A questa iniziativa hanno dato l’adesione tantissime associazioni, e non solo, di familiari di morti sul lavoro, L’hanno data  a titolo personale sindacalisti di primo piano come Bruno Papignani e Renzo Giannaccolo, l’ha data Walter Vitali, già Sindaco di Bologna e Senatore della Repubblica per due mandati. Ha dato l’adesione Marco Bazzoni l’operaio  che ha fatto mettere in mora l’Italia dalla Corte Europea per il mancato rispetto di importanti parti delle normative sulla Sicurezza, Ha aderito Roberto Morgantini che tutti conosciamo a Bologna per il suo impegno nel sociale.
Poi ancora una domanda. Il terremoto in Emilia ha messo in luce che tantissimi capannoni  costruiti prima delle normative antisismiche del 2005 possono venire giù come castelli di sabbia. Cosa stanno facendo le Autorità locali e Nazionali che dovrebbero occuparsene? Stanno facendo il censimento dei capannoni a rischio e chiesto ai proprietari di rilasciare una dichiarazione d’idoneità contro il rischio sismico? Consigliamo anche di fare ispezionare i supermercati costruiti in quegli anni che sembrano costruiti con la stessa tipologia. A me personalmente vengono i brividi se guardo in alto. Non vorremmo piangere centinaia di lavoratori morti in caso di nuovo terremoto. Siamo già centinaia ad aderire a questa iniziativa, e speriamo che tantissimi altri portino il lutto al braccio il 1° maggio. Chiediamo al Parlamento di occuparsi finalmente, e con la velocità che contraddistingue il Primo Ministro Renzi, anche di queste tragedie e delle problematiche elencate.
* Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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