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Siria anno III: nel nome della badessa.

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Per il terzo anniversario della rivolta siriana scriviamo a padre Paolo. Con dolore, ma anche sicuri che la badessa di Maalula abbia fatto risorgere il cristianesimo in Siria.

Caro padre Paolo,
questo terzo anniversario dell’inizio della rivolta del tuo popolo, il popolo siriano, contro il regime nazional-socialista di Assad appare particolarmente penoso per il disgustoso silenzio con cui assistiamo allo scempio di un popolo che non si arrende.

A renderlo per noi ancor più difficile è il perdurare di questo tuo “apostolato silenzioso”. Per questo, per provare a sentirti, scrivo a te.

L’orrore che i nostri padri hanno vissuto è d’attualità nella tua Siria, ma a noi non ci frega niente. Abbiamo dimenticato che Adenauer, dopo la seconda guerra mondiale, ci disse che l’abisso hitleriano si sarebbe potuto evitare se tutti i preti e tutti i pastori fossero saliti sui pulpiti e avessero detto la verità..

Noi oggi stiamo facendo proprio come fecero quei pastori, quei preti che non vollero salire sui pulpiti tedeschi.

Ma perché ti dico questo? Non certo per paragonare quel che accadde ieri con quel che accade oggi. Ma per denunciare che noi abbiamo accettato che la Siria venga desunnitizzata, anche al costo di un massacro genocida, per consentire a Teheran di sciitizzare i territori che le servono a costruire la sua omogeneità territoriale dal Caspio al Mediterraneo. Un gigantesco massacro e transfer di popolazione viene compiuto nell’ acquiescenza globale. Ovviamente a Tehran non vogliono pagare pegni simbolici sul sedicente processo di pace israelo-palestinese. Ecco perché hanno ordinato ai loro adepti nella vicina Gaza di sparare contro Israele: il nuovo assetto deve essere un muro d’odio, senza intercapedini: a voi quello, a me questo. In cambio dell’egemonia dal Caspio al Mediterraneo l’unica offerta è la rinuncia al nucleare, ma zero diritti umani, zero libertà.

E’ un progetto geniale, costruiscono la nova cortina di ferro e noi diciamo che è la “pace”. Che fine miseranda per una parola così nobile. Però, carissimo Paolo, la vita gli sarà dura. La tua chiesa, la chiesa di Siria, ha un nuovo patriarca, anzi, una nuova patriarca. E’ stupendo, e infatti la notizia è stata oscurata da tutti i media del piagnucolio. La badessa greco ortodossa di Maalula, come ha scritto il tuo amico Antoine Courban, ha ripreso il vessillo del cristianesimo arabo. Le è stato molto semplice. Si è rifiutata di ringraziare Assad per la supposta scarcerazione ed ha ringraziato i supposti rapitori per aver trattato amorevolmente lei e tutte le sue consorelle durante il periodo in cui le hanno salvate portandole via da Maalula.

Non ti sorprenderà che questa notizia non sia apparsa in siti così attenti alla tua Siria, né la durissima reprimenda cui un certo patriarca l’ha sottoposta. Ma lascia stare questo. E’ la notizia in sé che è conta. E’ un fatto epocale . Il cristianesimo siriano ha di nuovo una guida ed è una suora! In questo cristianesimo, Paolo, ci hai creduto solo tu…

Auguri Paolo, a te e alla rivoluzione, che nonostante il nostro silenzio non si estingue!

Caro Paolo, è con questa certezza che il terzo anniversario diventa meno penoso, pur nella consapevolezza di quanto orrore venga sparso nelle strade lastricate di sangue della Siria. Ma non sarà mai abbastanza…

Ci manchi tanto, ma siamo sempre conte…sempre. e con la tua nobile rivoluzione.

Da ilmondodiannibale.it


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