Ottomila documenti, dossier prodotti negli anni dai servizi di sicurezza militare, l’ex Sismi oggi Aise, su fatti attinenti il traffico internazionale di rifiuti tossici e il duplice delitto di Mogadiscio in cui persero la vita i giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo del 1994. Un intero archivio sotto chiave. La denuncia nell’inchiesta pubblicata ieri da “Il Manifesto” firmata dai giornalisti Andrea Palladino e Andrea Tornago. E oggi il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Claudio Fava, chiede che venga fatta chiarezza sulla mole di fascicoli destinati al segreto. Sarebbe della primavera scorsa, infatti – scrivono i due giornalisti – il “no” dell’Aise, l’ex Sismi, «alla declassificazione dei documenti riservati acquisiti dalla Commissione d’inchiesta sui rifiuti, presieduta all’epoca da Gaetano Pecorella». I conti non tornano, spiegano Palladino e Tornago. “Solo un centinaio”, come documentato nell’inchiesta, sarebbero attualmente i fascicoli destinati alladiscovery. Una desecretazione che – lo ricordiamo – fa seguito alla richiesta diGreepeace, su cui si è impegnata la presidente della Camera, Laura Boldrini.
Un intero archivio di documenti relativi al traffico internazionale di rifiuti tossici rischia di rimanere segreto – come denunciato nell’inchiesta pubblicata da “Il Manifesto”…
In merito all’inchiesta sul traffico dei rifiuti tossici credo che debba prevalere, senza alcun dubbio, l’interesse dei cittadini a sapere. E’ preminente il diritto alla salute di ciascuno di noi, il diritto di conoscere cosa è accaduto e cosa stia tutt’ora accadendo in merito al traffico di rifiuti tossici. In questa direzione è necessario un impegno comune.
I Servizi Segreti, in questi anni, avebbero negato in alcune sedi e confermato in altre di essersi occupati del delitto Alpi – Hrovatin, salvo poi produrre una significativa documentazione sul traffico internazionale di rifiuti che attraversa proprio questo caso, in parte inviata anche agli archivi della Camera. Perchè?
“Non mi stupisce che in questi anni i Servizi d’Intelligence si siano occupati del traffico internazionale di rifiuti tossici, poiché si tratta di un elemento che mette a rischio la salute e quindi la vita dei cittadini. E’ nelle loro prerogative occuparsene. Mi stupisce – e non poco però – che alla fine il risultato di questo lavoro, impegnativo, sia il silenzio. C’è nel nostro Paese, un abuso come ho denunciato più volte anche in merito ad altri argomenti, del ricorso al segreto di Stato e al segreto d’Ufficio. Questo è un tema che diventa centrale in un’operazione di trasparenza e verità su numerose inchieste delicate che hanno attraversato e attraversano la storia del nostro Paese.
Nella nuova Legislatura non è in attività, come nella precedente, una Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti. Pensa che possa essere fra gli obiettivi della Commissione di cui lei è vicepresidente seguire da vicino questo percorso di discovery e il tema del traffico internazionale di rifiuti tossici in cui le mafie giocano un ruolo centrale?
Si, stiamo già procedendo sul versante che riguarda le indagini sulla cosiddetta “Terra dei fuochi”. In questi giorni, però, ci hanno comunicato che verrà ricostituita la Commissione d’inchiesta sui rifiuti, a breve. Dunque, ritengo sia quella il luogo idoneo per monitorare e sollecitare il percorso relativo alla richiesta di verità e informazioni in merito al traffico internazionale di rifiuti tossici. Ad ogni, modo qualora dovessero esserci ostacoli o lentezze sulla formazione della Commissione adhoc, procederemo a seguire questo percorso di verità che ci appartiene come Commissione d’inchiesta sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso.