“Ve lo chiedo in ginocchio: mafiosi convertitevi. C’è ancora tempo per non finire nell’inferno che vi aspetta se continuerete sulla strada del male”. Cosi Papa Francesco nella Chiesa di San Gregorio VII a Roma, al termine della veglia di preghiera promossa dall’associazione Libera nella Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si terrà domani, 22 marzo, a Latina. Bergoglio ha voluto abbracciare oltre 700 persone, familiari delle vittime. “Il senso di responsabilità – ha affermato il Papa nella sua meditazione finale – vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo, risani i comportanti così che la giustizia guadagni spazi e prenda il posto dell’iniquità”.
Una giornata storica – così l’aveva definita il vicepresidente di Libera, Don Marcello Cozzi a poche ore dall’incontro. E così e’ stato. Dalle 14.30 alle 17.00 via Gregorio VII a Roma si riempie di fedeli, cittadini, giornalisti e corrispondenti di testate estere. Ma la messa sarà un momento privato fra il Santo Padre e i familiari giunti da tutta Italia. Tutti in attesa di Francesco, il primo Papa nella storia a prendere parte alla veglia che si tiene in Italia da 19 anni in ricordo delle vittime innocenti della violenza criminale. Poi l’arrivo del Papa alle 17.30 e c’ e’ subito un grande abbraccio fra Luigi Ciotti e Papa Francesco: per mano salgono le scale che portano dentro la chiesa. “Pensavamo d’incontrare un Padre, abbiamo trovato anche un Fratello – dice Ciotti, rivolgendosi al Papa. Grazie di averci accolto, è un momento che abbiamo atteso e desiderato tanto. Le persone che sono qui hanno storie e riferimenti diversi. Ma sono accomunate dal bisogno di verità e di giustizia, un bisogno che per molti è ancora vivo e lacerante. Sono solo una rappresentanza, per quanto numerosa dei famigliari delle vittime delle mafie, che sono tanti, tanti di più”. Ma vittime sono anche i “morti vivi”. Quante persone “uccise” dentro – continua.Quante persone a cui le mafie hanno tolto la dignità e la libertà, persone ricattate, impaurite, svuotate. Le mafie – la corruzione, l’illegalità – assassinano la speranza”. Non sempre la Chiesa ha mostrato attenzione a un problema di così enormi risvolti umani e sociali. Silenzi, resistenze, sottovalutazioni, eccessi di prudenza, parole di circostanza – ha ricordato Ciotti. Ma per fortuna anche tanta luce, tanta positività. Dal grido profetico di Giovanni Paolo II dalla Valle dei Templi alle parole di Benedetto XVI rivolte ai giovani a Palermo: «Non cedete alle suggestioni della mafia, strada di morte». Ma non basta”.
“Le chiedo di guadare nei nostri occhi – dice nel suo saluto la referente del settore memoria di Libera, Stefania Grasso – di vedere il dolore ma anche di guardare le nostre mani che testimoniano il nostro impegno di oggi”. E a loro, i familiari delle vittime innocenti delle mafie, Papa Francesco dedica parole visibilmente commosse e sussurrate a bassa voce, lentamente. “Vi ringrazio – dice – per non esservi chiusi, per esservi aperti e aver condiviso il vostro dolore”. Una veglia di preghiera fatta di riflessioni ma anche di simboli e gesti importanti, come quando don Ciotti ha donato a Papa Francesco la stola di don Diana, prete ucciso dalla camorra a Casal di Principe, vent’anni fa. E – come ogni anno- della lettura dei nomi, il lungo elenco di vittime innocenti della criminalità organizzata fatta dai faniliari e quest’anno anche da cinque rappresentati della società civile che portano con sé storie di contrasto alle mafie, alla violenza e all’illegalità Fra loro, Valentina Fiore, direttrice di Libera Terra Mediterraneo, consorzio Onlus che raggruppa cooperative sociali di Libera Terra, Tareke Brhane, rifugiato, oggi mediatore culturale a Lampedusa promotore del “Comitato 3 ottobre Accoglienza” nato per chiedere l’istituzione della Giornata della memoria delle vittime del mare, Lucilla Andreucci, in rappresentanza del Corpo Forestale dello Stato, con cui Libera ha stipulato un Protocollo di intesa con lavorare insieme sul tema dei beni confiscati alle mafie, Giancarlo Caselli e infine, due alunni della Scuola Media Statale “G. Fattori” di Torre Maura, Roma.
E oggi a Latina per la XIX Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno, promossa da Libera e Avviso pubblico, arriveranno cittadini, associazioni, giovani da tutta Italia per “abbracciare” i familiari delle vittime innocenti delle mafie e rinnovare impegno per la legalità e la giustizia sociale.