Cari amici di Articolo21. Vi segnalo questa poesia che ho trovato su internet a firma di Giacomo Jim Montana. Una poesia che invita alla riflessione tutti quanti.
Saluti. Marco Bazzoni (Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze)
Mi chiamano morte bianca.
Non ho più un nome
oggi per pochi soldi in cambio,
mi chiamano morte bianca.
In questo mondo gelido
chi anche muore sul lavoro
è notizia fugace.
Un silenzio che lascia sbranare,
che non smuove o scuote,
come querce sotto la bufera.
Svaniti sono i sogni di vita,
i respiri, i sospiri, le emozioni,
tutto ridotto in cinerea polvere.
Non ho più
il soave brivido di una carezza,
di un turbamento, di una gioia.
Mi affaccio sulla riva
dei tuoi ricordi
e trovo tante porte chiuse.
I miei cari no!
loro non dimenticano,
la furia della morte.
Viltà e indifferenza
hanno dato morte per fare numero
della fine di un’esistenza.
La carne e l’anima torturate
sono un abisso di dolore
uno schianto di orrore.
Effetti che mi squarciano il silenzio
da quando nessuno s’accorse
che già affogavo nella paura di morire.
Ascoltate, parlate, rompete il silenzio,
altrimenti la paura dei vili
vi renderà ciechi e sordi.
Giacomo Jim Montana