Lo ammetto, mi sento a disagio. Un senso, a quello che sta accadendo in relazione al contrasto alle mafie, ancora non lo trovo. O meglio, non lo voglio trovare. C’è qualcosa che suona stonato, falso, in questi giorni – anni – che lascia l’amaro in bocca a fa crescere l’allarme. Tutti sono antimafiosi – per definizione -, ma c’è sempre qualcuno che è più antimafioso di te. Già quel termine, “anti”, un senso di disagio me lo provoca e non da poco tempo. Lo stesso disagio che provo quanto sento la parola “controinformazione”. Il termine informazione è neutro, non esiste un’informazione buona o cattiva. Tutto il resto è propaganda e strumentalizzazione. E’ troppo tempo che tratto questo delicato oggetto “informazione” per non sapere quanto sia difficile non rimanere incastrati nel gioco della manipolazione. Ma sto cambiando argomento, torniamo a quell’”anti”.
Fatti. C’è un neo premier (lo ammetto, non ha le mie simpatie) che sia durante la corsa alle primarie che nella stesura del programma di governo e negli interventi a Camera e Senato non ha fatto accenno al contrasto al sistema di potere politico-finanziario-mafioso (l’aggiunta dei termini “politico” e “finanziario” non è frutto di vezzi estetici). Poi, dalle pagine del quotidiano La Repubblica (azionista di maggioranza il principale sponsor di Renzi) il cantore ufficiale dell’antimafia degli ultimi anni, Roberto Saviano, si rivolge al premier invitandolo a dire qualcosa di più. A stretto giro di posta, e sulle pagine dello stesso giornale, Renzi risponde comunicando che ha ben 5 punti di contrasto. Tutto bene, no?… leggi tutto su isiciliani.it