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L’antieuropeismo avanza

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Le elezioni europee ormai si avvicinano e quelli che non hanno preoccupazioni economiche o personali impellenti leggono sui quotidiani e settimanali, come nei canali della tv pubblica e commerciale, notizie,sondaggi,valutazioni incalzanti su quello che succederà. L’uomo di Arcore spera addirittura che la Corte Europea di giustizia dimentichi tutti gli scandali di cui è stato protagonista nel ventennio populista(e tuttora- almeno indirettamente- visto che la  “dama bianca”,  già legata a lui,  è stata trovata all’ aeroporto di Fiumicino  in cui è arrivata dall’estero con 24 chili di cocaina) e gli tolga le pene accessorie che gli impediscono la candidatura e, di conseguenza, l’elezione nelle cinque circoscrizioni  in cui si è già candidato come capolista assoluto nelle liste del suo partito-azienda Forza Italia.

Basta del resto  aprire la prima pagina del  quotidiano di famiglia o ascoltare i telegiornali pubblici e privati per rendersi conto dell’importanza che l’uomo di Arcore  ha posto  in  questa ennesima battaglia, o ultima sfida,  come alcuni titolano,il peso del suo denaro e dell’influenza, tuttora non insignificante  che conserva nella politica nazionale.C’è da aggiungere, peraltro,  che l’unione europea non vive la sua migliore stagione per una quantità di ragioni che vale la pena,sia pure sommariamente,indicare e su cui studiosi e giornalisti sembrano una volta tanto abbastanza d’accordo.

Intanto il calcolo appare abbastanza facile, a meno che i risultati siano complessivamente del tutto imprevisti e imprevedibili. Se, infatti, l’estrema destra(che non è solita avere elettori e candidati disposti a sparire o a cambiar parere) avrà 31 eurodeputati, come ha avuto finora,e L’European Conservatives and Reformists  guidati dai   conservatori britannici usciti proprio dal PPE su posizioni anti-europee raggiungeranno, come è previsto,i 45 del gruppo EFD  non iscritti a nessun partito e collocati  su posizioni critiche dell’Unione ,più i 67 della  sinistra guidata dal greco Tsipras entreranno nella nuova assemblea, si arriva  a un totale di 235 deputati del parlamento continentale che,spesso con argomentazioni tra loro contrapposte sono, tuttavia, contrari alla moneta unica e all’Europa come viene definita dalle attuali istituzioni e trattati europei.Ma, se ci si ferma un momento a fare dei calcoli,si scopre che si tratta di un terzo dei 751 deputati europei, il gruppo politico più numeroso dell’assemblea anche se diviso al suo interno poi da innumerevoli argomenti di altro genere.

E allora come si esce da una simile situazione,se si aggiunge ancora che in Italia,ad esempio, Forza Italia con ogni probabilità prenderà una percentuali di voti euroscettici  pari a quella, altrettanto,euroscettica del Movimento Cinque Stelle. O se si calcola che il FIDEZ,partito ungherese di estrema destra  del premier Ottoban, pur professando un euroscetticismo molto pronunciato, aderisce al Partito Popolare Europeo. C’è da stupirsi allora che  l’ultima edizione  di Ipsos  European   Pulse sostiene  che circa due terzi degli intervistati (il 68 per cento) pensa che l’Europa  stia andando nella direzione sbagliata?

E che tra tutti i popoli europei siano gli italiani-pure collocati , occorre ricordarlo,negli ultimi posti delle  classifiche tra i vari paesi del continente rispetto a indici importanti come il clientelismo,la corruzione individuale e collettiva,la disuguaglianza sociale ed economica all’interno del paese e tra le varie regioni ,il livello medio dell’istruzione- ad avere il maggior livello di scetticismo(il 77 per cento come francesi e spagnoli ma di più dei tedeschi(il 61 per cento) avrà pure qualche significato politico e culturale?

E questo,intendiamoci,senza dimenticare che nel nostro paese lo stesso sondaggio IPSOS  afferma che nel nostro paese gli euroscettici sono  complessivamente il 47 per cento e gli europeisti sono,a livello delle posizioni generali e astratte,il 53 per cento,visto che la quota di italiani che vuole creare un unico Stato europeo è del 28 per cento,la più alta in assoluto nel continente. Questo mi pare  l’unico dato confortante in una situazione che rimane, senza dubbio difficile e critica, da troppi punti di vista, pensando anche alla presenza nella penisola di troppe posizioni conservatrici e reazionarie,nella sostanza avverse al metodo democratico.

Certo i sondaggi indicano tendenze e inclinazioni che possono modificarsi prima del voto di fronte ad avvenimenti importanti o a scelte fatte dai protagonisti e al voto mancano ancora quasi tre mesi ma le tendenze sono quelle illustrate dalle ricerche di cui abbiamo parlato e sarebbe sbagliato ignorarle.


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