Dal “La vita è bella” a “La grande bellezza” verrebbe da dire che l’Italia quanto a beltà è proprio da oscar! Sarà perciò che noi, dal profondo della nostra notoria umiltà, si fa il possibile per offuscarla lasciandola sfiorire e deturpare dalle intemperie che trovano buon gioco nel nostro dissestato habitat? Ci stanno Paesi che (doverosamente) esaltano e intelligentemente sfruttano la loro bellezza che noi con alzata di sopracciglio liquidiamo con “ogni scarafone è bello a mamma sua” ben sapendo che il nostro non ha eguali. Il fatto che il nostro perlopiù sia monopolio di mammasantissima frega niente, ma questo è ancora altro discorso! Limitandoci a stare nella norma, sì intesa dal resto del pianeta, allo stato dei fatti per ricavare degno corrispettivo da tanta nostra bellezza oggi stiamo messi a delle due l’una perché, ahinoi, tertium non s’ha da dare: o c’inventiamo il sistema per offrire al turismo mondiale unicità esclusiva da ottava meraviglia del mondo a caro prezzo in quanto “venghino siore e siori a mirar l’unico Paese al mondo che v’offre il top delle rovine e dei ruderi dal 2000 avanti Cristo al 2000 dopo” oppure la mettiamo all’asta al miglior offerente, ove per tale s’abbia da considerare chiunque che pur capendo una beneamata, riesce però a individuare che questo nostro Belpaese rimane ancora l’unico al mondo a contenere veramente la sola grande bellezza degna d’onore: se stesso così com’è che s’offre.
Dove sta il senso di farlo terribilmente soffrire a causa dell’italico umano che l’abita?!