“La pace senza libertà è un puro e vile ricatto”. Su facebook gira una foto che mostra un ragazzo e una lista dei nomi delle persone fermate venerdì scorso dalla Guardia Nazionale Bolivariana (GBN), durante le manifestazioni di Caracas e portate alla base militare Fuerte Tiuna. Insieme a queste persone, liberate poche ore fa, c’era anche la fotografa italiana Francesca Commissari. Anche oggi ci sono state nuove manifestazioni a Caracas, migliaia di studenti hanno marciato gridando: “Maduro hai perso la strada”. Juan Requesens, leader del movimento studentesco, ha detto: “Questa non è una lotta degli oppositori contro i chavisti, ma è la lotta di un popolo contro il governo inefficiente. Maduro ha perso la strada del Venezuela perché le strade appartengono al popolo”.
Si respira un clima difficile a Caracas, le persone sono costrette a tornare nelle loro case entro le 6 del pomeriggio, ci sono madri di famiglia che passano intere giornate in coda alla ricerca di latte e farina di mais. Come per altre rivoluzioni, nelle varie zone del pianeta, c’è sempre chi sostiene che chi protesta contro il governo sia un infiltrato della Cia. Il mondo appare ancora diviso in due grandi blocchi come all’epoca della guerra fredda, molte persone sembrano aggrappate alle loro ideologie e non ad un’idea di libertà, di benessere e di autodeterminazione dei popoli.