Un documentario di al-Jazeera su Lockerbie dimostra la disperazione araba per la scelta di Obama, capirsi con Tehran. A Tel Aviv invece sanno cosa fare.
La decisione da parte della tv del Qatar, braccio informativo dell’emiro, di trasmettere un documentario su Lockerbie dimostra la disperazione di Doha. Il documentario riprende una vecchia, e credibilissima tesi: la strage di Lockerbie fu voluta da Khomeini ed eseguita dai fidi terroristi del PFLP-GC di Ahmed Jibril, basati a Damasco e sostenuti da Hezbollah. Motivo: vendetta per l’abbattimento da parte della marina militare Usa di un velivolo iraniano con oltre 100 passeggeri a bordo. Quello che Washington definì il “regrettable mistake”.
La novità di al-Jazeera è che questa vecchia e fondatissima versione dei fatti non è stata ricostruita da un signore qualsiasi, ma da un top-agent iraniano, fuggito all’estero e ora pronto a spiattellare tutto, nomi, luoghi e ruoli.
Il silenzio americano dimostra che non sarà così che Obama cambierà idea: la scelta strategica di mettersi d’accordo con Teheran è stata presa prima dell’elezione di Rohani, quando Teheran si è precipitata in territorio siriano per prendersi con le cattive tutto quello che le interessa per arrivare al grande negoziato con Obama: io ti do il nucleare, tu riconosci la mia nuova area d’influenza fino al Mediterraneo. Dunque Obama non ha mai pensato a linee rosse o rosa a Damasco, e ora non cambierà per una vecchia verità su Lockerbie.
E Netanyahu? La sua strada sembra già presa e la spiega una bizzarra proposta di legge depositata alla Knesset da un deputato della destra israeliana: questa legge afferma che gli arabi cristiani risiedenti in Israele non sono palestinesi, ma cristiani. I palestinesi sono solo musulmani
Può sembrare curioso, ma non lo è. Ai tempi della guerra del Libano la destra israeliana inseguiva l’alleanza delle minoranze, religiose, contro la maggioranza sunnita. Le tre minoranze, cristiani, ebrei e sciiti, possono stare dalle parti opposte della cortina di ferro mediorientale, senza avere pericoli sunniti tra i piedi.