di Alessandro Ceccarelli
Un anno fa moriva a Milano l’eclettico artista: attore, cabarettista, cardiochirurgo, musicista e compositore
“Mario, forse l’unica cosa di buono che hai fatto
è non avere voluto figli
così non hai fregato il mondo
tra vent’anni chissà in quanti saremo
in quanti rideremo
ma ci pensi sul treno tutti impazziti
a chiederci dove andremo”
MILANO – Un anno fa moriva Enzo Jannacci, una delle figure di spicco dello spettacolo e della cultura italiana degli ultimi sessant’anni. Il vuoto enorme che ha lasciato è incolmabile. Il suo sguardo intenso e stralunato, la sua voce potente e fragile, la sua ironia pungente e graffiante e soprattutto la sua melanconia struggente penetrava a fondo nelle coscienze. Negli ultimi anni della sua vita, la malattia aveva ancora più accentuato il suo aspetto tragico di uomo sofferente. L’ultima apparizione televisiva da Fabio Fazio fu molto commovente, una sorta di commiato con il palcoscenico e con la vita. Pochi come lui hanno avuto la sua poliedricità nello spettacolo: attore teatrale, cinematografico, televisivo; musicista, compositore e stimato cardiochirurgo. Un artista irripetibile che ha “creato” la moderna comicità milanese. E’ stato il simbolo, il modello e il punto di riferimento per tutti i cabarettisti e attori comici italiani degli ultimi cinquant’anni… Leggi tutto su dazebao.it