Dopo tanti anni di assenza e di silenzio, i giornalisti greci, hanno deciso di reagire con la crescita di un osservatorio, ai fenomeni di neonazismo, di razzismo e di xenofobia. L’hanno deciso la settimana scorsa in una conferenza internazionale ad Atene con la partecipazione della Federazione Mondiale dei Giornalisti che erano rappresentati dal presidente Jim Boumela e dal membro del comitato esecutivo e segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Franco Siddi.
“Siamo qui, ha sottolineato Siddi, per dire ai colleghi della Grecia che non devono sentirsi soli e questo lo vogliamo dire anche a chi, con azioni sovversive, ne minaccia la loro libertà di pensiero e di lavoro. Di fronte a fascismo e razzismo occorre sempre fare in modo che la coscienza democratica reagisca per impedire che cattive erbe infestino il terreno del corretto svolgimento della vita democratica.”
E’ da tanto tempo che i dati, erano preoccupanti. Nel 2012 furono registrati 154 attacchi contro emigrati, e da gennaio 2013 fino ad agosto scorso, furono 104, cioè un attacco ogni due giorni. Però i numeri sono ancora di più dato che molti emigrati, non avendo i documenti, hanno paura di denunciare per non rischiare di trovarsi in galera e deportati dalla Grecia.
Uno degli attacchi, quello contro un povero pakistano (Sahzat Lukman) che alle cinque di mattina andava a lavorare con la sua bicicletta, finì con la sua morte. Due ragazzi, (di 29 e di 25 anni) giravano nelle strade di Atene con il loro motorino in cerca di vittime, come fanno le cosiddette “squadre di attacco” organizzate da Alba Dorata. Hanno visto il povero Sahzat in una strada buia e senza gente e l’hanno accoltellato sette volte. Quando furono arrestati, hanno confessato subito e nelle loro case sono state trovate pistole, coltelli e brochure di Alba Dorata.
A quel tempo i giornalisti davano poca attenzione agli attacchi di questo genere. Scrivevano (quando scrivevano) solo due righe copiate dal bollettino dell’ufficio stampa della Polizia la quale non voleva dare pubblicazione, non solo perché più del 25% dei poliziotti votavano per Alba Dorata, ma anche perché il partito della Nuova Democrazia del premier Samaras non voleva confrontarsi con il partito neonazista. Giornali, telegiornali, programmi radiotelevisivi e siti, trattavano Alba Dorata come se fosse un partito con ruolo cruciale nella vita politica e sociale. Ospitavano i deputati neonazisti frequentemente senza fare delle domande che li potessero mettere in difficoltà.
La situazione è cambiata il settembre scorso dopo l’omicidio di Pavlos Fissas, un giovane antifascista che fu accoltellato da un membro di Alba Dorata dopo un attacco di una decina di neonazisti. Sei deputati sono già in carcere, altri nove stanno per seguirli nei prossimi giorni, e Alba Dorata forse sarà messa fuori legge con l’accusa di praticare attività criminale.
Tuttavia, l’influenza del partito neonazista sul corpo elettorale resiste. Secondo i sondaggi nelle prossime elezioni europee s posizionerà tra l’8 e l’11% e il neonazista candidato sindaco di Atene potrebbe ottenere il 12% dei voti.
La responsabilità dei giornalisti per l’emergente crescita dei fenomeni di razzismo, e del neonazismo è senza dubbio molto forte. L’ha dichiarato anche la presidente dell’Unione dei giornalisti di Atene Maria Antoniadou: “I nostri colleghi riprodurranno facilmente gli stereotipi del razzismo e nello stesso tempo non scrivono niente sui tanti esempi di coesistenza degli emigrati nel nostro paese. Questo deve cambiare!”
Speriamo che realmente cambi! Perché sarebbe un piccolo (ma importante) passo avanti per la democrazia, in Grecia e in Europa!
* ex direttore di ERT World