20 marzo 1994, 20 marzo 2014. Vent’anni, oggi. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin venivano assassinati proprio 20 anni fa a Mogadiscio, davanti all’hotel Hamana dopo aver trascorso alcuni giorni nel nord est della Somalia, a Bosaso e sulla strada nel deserto, la strada costruita dagli italiani fra l’86 e l’89 dalla cooperazione italiana. Per Ilaria era il settimo viaggio in Somalia in poco più di un anno.
Oggi però vorrei riportare dei numeri, non solo delle date. Verrei scrivere i mille e quattrocento miliardi della cooperazione italiana spesi per la Somalia con tutti gli zeri che ci sono, 1.400.000.000.000. Mi ritornano come una eco questi zeri, la voce di Isabella Ragonese, bravissima, che li risuona come il filo conduttore dei rapporti fra Italia e Somalia. Undici zeri, dopo quell’uno e quel quattro. Ieri, alla sala Regina della Camera dei Deputati, nel recital teatrale “Africa Requiem” di Stefano Massini questa lunga fila di zeri ha riecheggiato come fossero essi stessi la strada per giungere alla verità. Un’altra Garowe Bosaso, la strada d’Ilaria.
“1400 miliardi di lire: dov’è finita quest’impressionate mole di denaro? Strada Garowe Bosaso”. Sono questi gli appunti ritrovati su di un taccuino di Ilaria, nella sua scrivania in Rai a Roma. Si a Roma perché i taccuini che Ilaria aveva in Somalia, quelli sui quali aveva scritto il lavoro che stava facendo, sono spariti.
Un altro numero, 65.521. Sono le firme che in questo momento che sto scrivendo compaiono sul sito Change.org, sotto l’appello lanciato da Articolo21, da Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti per chiedere la desecretazione di quei documenti depositati alla Camera dei Deputati riferiti alla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e ai traffici di rifiuti tossico nocivi.
Durante la commemorazione di ieri, la presidente della Camera Laura Boldrini, dopo aver ringraziato Articolo21 e Change.org per l’iniziativa, ha annunciato l’avvio delle procedure di sua competenza per chiedere la desecretazione dei documenti. Il tema vero è che i documenti sui quali è apposto in vincolo del segreto da autorità altre, ad esempio i Servizi Segreti, il potere di sciogliere questo vincolo è dei Servizi stessi che hanno come ultimo responsabile il Capo del Governo. Dunque l’appello oggi viene rivolto al premier Matteo Renzi e Laura Boldrini si farà promotrice di questa richiesta presso la Presidenza del Consiglio.
L’impegno è assunto davanti a Luciana Alpi: faremo tutto quanto in nostro potere per giungere alla verità. Noi, tutti insieme, associazione Ilaria Alpi, Articolo21, Change.org e tutti coloro che hanno sostenuto questa campagna, anche noi faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto, affinché si giunga alla giustizia.
Roberto Saviano oggi su Repubblica ci riporta nella Terra dei Fuochi, con un importante monito a non lasciarsi ingannare da ciò che viene divulgato con lo scopo di ridurre i problemi, minimizzare i fatti o peggio ancora insabbiare e occultare.
Il Premio Ilaria Alpi nel 2011 volle tributare a Saviano il Premio alla Libertà di Stampa. In quell’occasione Roberto Saviano ricordò Ilaria con queste parole: “Ilaria Alpi ha pagato con la vita perché era brava. A far paura è stato il suo talento ed è quello che lascia in eredita e che ci permette di dire oggi: io devo cercare di seguire questa traccia non solo l’impegno, la costanza e il coraggio, ma la bravura nel fare le cose. È un ricordarci che il talento mette paura al potere, dobbiamo essere bravi e l’unica speranza per l’Italia e puntare sulla nostra bravura. L’Italia è piena di talenti.”. <intervista a Saviano: https://vimeo.com/27191045>
Un impegno dunque per ciascuno di noi a fare bene ciò che siamo chiamati a fare perché un’Italia migliore sia possibile.
Da ieri in libreria “La strada di Ilaria”, il romanzo di Francesco Cavalli