Il caso Gentile ha visto ieri nuovi sviluppi. Perché per la prima volta sono arrivate le esternazioni del sottosegretario che fino ad ora non aveva mai replicato alle polemiche seguite alla sua nomina e, subito dopo, proprio in base a tali dichiarazioni, il comitato di redazione del quotidiano “L’Ora di Calabria” decide di querelarlo. Ma andiamo per ordine. Nel pomeriggio arriva all’Ansa un comunicato del Senatore calabrese in cui afferma che su di lui e sulla sua famiglia si è scatenata una vera e propria macchina del fango. “Mio figlio che e’ un brillante penalista – scrive nella nota – e’ stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l’uscita di un quotidiano che non leggo e che e’ espressione della corruttela piu’ truce”. A cosa si riferisce lo specifica in un’altra parte del documento, dove ricorda la condanna inflitta all’editore de L’Ora di Calabria, Piero Citrigno, per usura ed alla confisca di beni da parte della DDA che hanno riguardato – sempre in base a quanto scritto da Gentile – anche il figlio Alfredo Citrigno, attuale amministratore della società che edita il giornale.
“Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non e’ a conoscenza – continua il sottosegretario – a dimostrazione di cio’, querelando, ho sottolineato la mia totale estraneita’ alla vicenda della mancata uscita della velina su mio figlio che, peraltro, era gia’ stata ampiamente pubblicata lo stesso giorno dall’Ora di Calabria che poi oscuro’ incredibilmente la pagina come io ho riportato nella querela medesima”.
Nella nota si ricorda anche che la società che edita il giornale ha subito due fallimenti e che con i Citrigno non ha mai avuto rapporti. A testimoniarlo, secondo il Senatore, le pagine intrise di veleno che la testata da cinque anni, cioè da quando ha condotto il centro destra alla vittoria regionale, gli avrebbe riversato addosso. Ed a dimostrarlo ci sarebbero le tante querele per diffamazione prodotte. “Questo signore – scrive in un’altra parte del documento riferendosi sempre all’editore – lo sappiano i detrattori dei grandi quotidiani (si riferisce ai direttori dei quotidiani nazionali che oggi hanno chiesto a Renzi il ritiro della delega n.d.r.), la Fnsi, l’Ordine e l’Inpgi, è stato rinviato a giudizio per violenza privata nei confronti del povero Alessandro Bozzo, un giornalista che si è tolto la vita dopo che lo stesso Citrigno lo aveva obbligato, secondo la Procura di Cosenza, a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili nonostante fosse un redattore ordinario”. Questa parte del documento ha suscitato la reazione indignata del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, il quale ha dichiarato che il sottosegretario Gentile ha tutto il diritto di difendersi, “quello che non ha è il diritto di collegare la sua vicenda alla tragedia di Alessandro Bozzo”. Con maggior veemenza sul punto risponde anche il Cdr dell’Ora di Calabria, con un comunicato sindacale, dove si sottolinea la gravità delle frasi pronunciate dal Senatore Gentile sul defunto collega. Ed anche sulle frasi, riportate nella nota del sottosegretario, riguardanti la situazione lavorativa dei giornalisti dell’Ora. “Abbiamo le nostre vertenze sindacali – scrivono i colleghi del quotidiano calabrese – e le stiamo affrontando serenamente e non consentiamo che qualcuno dall’esterno e senza conoscere la reale situazione, stigmatizzi alcunché. Stante la gravità delle dichiarazioni rilasciate annunciamo querela nei confronti di Gentile per le varie storture di cui si è reso protagonista”.