“Lo tsunami blu si abbatte su Hollande” titola “Le Figaro”. E’ blu, il colore dell’opposizione moderata dell UMP e non il blu marine, il colore del fronte nazionale di Marine Le Pen che ha si’ conquistato undici sindaci, il migliore suo risultato della storia, ma si ferma a livello nazionale al 6.8 per cento. E’ vero che si è presentato solo in circa 600 su 36.000 collegi ma anche riparametrando tutti i dati non va oltre quel 19 per cento che e’ il suo miglior risultato storico delle ultime presidenziali. Certo in politica conta la tendenza e Marine le Pen spera di sfruttare il vento a lei ora cosi’ favorevole (specie in chiave antieuropea) in vista proprio delle prossime elezioni europee. Lei continua a puntare ad essere primo partito di Francia anche se in realta’ gli ultimi sondaggi la danno davanti ai socialisti ma dietro ai moderati dell’ump.
Il voto delle municipali e’ tradizionalmente un voto “sanzione” nei confronti del governo nazionale. E’ sempre stato cosi’. Mitterand fu costretto a un rimpasto per un risultato analogo, Sarkozy subi’ la stessa punizione. E’ un meccanismo di garanzia simile alle elezioni di “midterm” americane. La differenza con l’italia e’ che da noi ogni consultazione anche locale puo’ portare a una crisi di governo mentre nel presidenzialismo americano e nel semipresidenzialismo francese la stabilita’ dell’impianto costituzionale impedisce ribaltoni ma impone correzioni di rotta. “Condannato a cambiare” titola non a caso Le Parisien riferendosi al presidente Hollande. Il problema e’ in che direzione cambiare. Proprio oggi, dopo la doccia fredda elettorale, sono arrivati nuovi dati economici raggelanti. Il deficit ,che sarebbe dovuto scendere nel 2013 al 4,1 per cento (dal 4,9 del 2012) e’ invece al 4,3 . E l’impegno preso da Parigi con Bruxelles e’ di scendere sotto il 3 nel 2015. La strada di Hollande e dei socialisti al potere e’ davvero in salita
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21