Verrebbe voglia di scusarci con i nostri lettori. Da cronisti abbiamo partecipato al Congresso del Partito socialista, ascoltando per circa cinque ore gli interventi di primi ministri ( sono 12) che fanno capo al Pse, di vice primi ministri ( sono sei), di segretari di grandi e meno grandi partiti, di parlamentari europei,di dirigenti della Fondazione cui questi partiti fanno capo ed è presieduta da Massimo D’ Alema, di dirigenti sindacali. E poi le conclusioni di Martin Schulz che ,con soli due voti contrari, è il candidato a Commissario europeo,carica per la prima volta elettiva. Il suo intervento,molto forte, con forti accentuazioni di sinistra,superando incertezze e timidezze di cui il Pse ha dato prova in questi anni, un vero e proprio cambio di passo, un salto di qualità. Interrotto da tanti applausi che segnalavano le parti più rilevanti,più impegnative.
Un evento che lascia il segno nella vita di milioni di persone
Un crocevia di voci , di linguaggi, di esperienze,di proposte, di programmi, di progetti portati alla attenzione di una platea di più di tremila delegati, giunti da 28 paesi europei. Tanto entusiasmo, tanti applausi,i più intensi, affettuosi rivolti a Pierluigi Bersani che tornava alla politica. E tanti sono andati a stringergli la mano, ad abbracciarlo. Applausi per tutti da una assemblea condotta con grande maestria, con un incrocio fra dibattiti a quattro,cinque,leader e interventi di singoli esponenti del Partito dei socialisti europei con l’aggiunta della parola democratici. Tante cuffie appiccicate alle orecchie per non perdere una parola degli interventi, traduzioni simultanee molto efficaci che hanno consentito a tutti di partecipare a un dibattito intenso,impegnativo. Altro dato significativo:la platea non si è dissolta come in genere accade in assise di questi tipo. Si ascolta il big e poi si lasca la sala. Noi abbiamo cercato di raccontare un evento che lascia il segno nella vita di tutti i giorni che riguarda milioni di cittadini europei.
L’assise del Pse trasformata in assemblea del nostro premier
I grandi media nazionali ignoranoil Congresso Poi abbiamo guardato con curiosità i telegiornali,letto i primi articoli sugli on line dei grandi giornali, poi il giorno seguente di nuovo ci siamo immersi di nuovo nella lettura. Niente di quello che abbiamo visto noi ,neppure una riga,sui grandi media nazionali. Eppure la sala stampa era gremita di giornalisti che di continuo scrivevano sui computer, poteva seguire gli interventi rilanciati da un grande schermo. Avevano anche costoro le cuffie per la traduzione simultanea. Ci siamo preoccupati. Ci siamo interrogati, abbiamo visto una cosa che non c’era,un nostro abbaglio? Senza dubbio colpa nostra. Pensavano di avere assistito al Congresso del Partito socialista europeo,invece dalla lettura dei quotidiani e dai telegiornali abbiamo appreso che era il Congresso di Matteo Renzi.lui e solo lui il protagonista.
Capofila delle”disinformatia” il tg di “ La 7” e Repubblica
Il Tg de La 7 ha compiuto un vero e proprio capolavoro, del Congresso non dice, quasi un monologo renziano .Titoli che vanno dal Renzi che si preoccupa di assicurare ai nostri figli un futuro e giù con il jobs act , con l’annuncio di proposte “ shock”, che vuole cambiare il modello di Europa.E tutti a dire che Martin Schulz si è sperticato in elogi per Renzi. Che doveva dire, ricordargli di aver defenestrato Letta? Ha rivolto un saluto sincero e affettuoso a un nuovo “ socio” di un grande Paese come l’Itali.Repubblica ha battuto il tg di Mentana con un articolo in cui si afferma che “ i protagonisti al Palazzo dei Congressi di Roma sono stati Renzi e Schulz” E l’articolo, a pagina dieci senza alcun richiamo in prima pagina, ha per titolo “ Pd nel Pse,nuova sfida di Renzi.”gridando”Costruiamo l’Europa dei cittadini,non dei burocrati”, E,scrive l’incauto giornalista, scrive che ottiene il “ plauso della famiglia del Pse”.Già,attendevano lui. Bastava leggere le dieci proposte contenute nel manifesto programmatico per evitare veri e propri infortuni.
Il Congresso rilancia i valori costitutivi della sinistra
Il Manifesto del Pse inizia così.” Crediamo fermamente che l’Unione europea debba cambiare”.E si indica un nuovo modello:” Un’Europa , socialmente equa e democratica”con proposte precisi di cambiamento. Non solo.Renzi commette un grave errore quando se ne esce con una battuta delle sue “l’Europa dei burocrati”. Non di “burocratici” si tratta , ma di esponenti politici, di conservatori che hanno gestito le strutture della Ue. Nel Manifesto si afferma che gli ultimi cinque anni “sono stati connotati dalla presenza di una maggioranza conservatrice al potere nella Ue”e che “lLa destra ha fatto ricorso a politiche neoliberiste per tagliare ai cittadini gli aiuti che servivano per riprendersi in seguito a un periodo difficile”.
Un’Europa che rafforzi diritti dei sindacati e dialogo sociale
Si parla di operare per realizzare “ un’Europa sociale, che non lasci indietro nessuno”,di “ rafforzare i diritti delle organizzazioni sindacali,il dialogo sociale.” Parole che non suonano bene alle orecchie di Renzi che vede i sindacati come il fumo negli occhi e che ancora non ha ritenuto utile un tavolo di confronto con le forze sociali.. Insomma un progetto ,una lotta,che ,come è stato detto , ha tante più possibilità di successo quanto più la sinistra saprà far valere i propri valori costitutivi. E ,nel dibattito il richiamo ai cento anni e più di lotte dei socialisti, non per star fermi,ma per guardare avanti. Quei valori che Renzi voleva rottamare e con i quali ora deve convivere per forza di cose.Altrimenti da solo in Europa non andava da nessuna parte. Anzi avrebbe portato il Pd a sbattere contro scogli che si chiamano,appunto,Partito dei socialisti europei e Partito popolare.