“Svolgiamo la nostra missione in modo responsabile ed etico…”
Così c’è scritto nella home page della Roche Italia. Poi, nella sezione “responsabilità sociale” si legge tra gli obiettivi, quello della “Garanzia di accesso ai prodotti da parte di chi ne ha bisogno”. Niente di più ipocrita rispetto a quanto è trapelato dalle indagini condotte per smascherare una speculazione ai danni dei malati di maculopatia (cecità progressiva) operata dalla Roche in complicità con la Novartis.
Il tutto, per spingere la vendita di un medicinale costosissimo prodotto dalla Novartis e non farlo sostituire da quello prodotto dalla Roche, quando gli oftalmici si sono accorti che aveva gli stessi principi, ma costava un decimo dell’altro. Così, la Roche inizia una costante campagna di allerta circa i rischi collaterali del proprio prodotto, provocando un orientamento verso il consumo del farmaco gemello e molto più caro della Novartis. La conseguenza è che tanti pensionati e indigenti non hanno potuto continuare la cura perché troppo costosa e sono diventati ciechi; e le casse della Sistema Sanitario Nazionale (SSN) – quando hanno fatto fronte alle ingenti terapie – hanno subito un danno valutato approssimativamente a 400 milioni di euro.
Se l’inchiesta confermerà queste gravissime accuse, le due aziende svizzere dovranno risarcire il SSN, ma anche i malati che hanno subito la perdita della vista. E noi, come cittadini, vigileremo con tenacia su questo accertamento e non lasceremo soli i danneggiati
Perché speculare sulla malattia e la povertà è quanto di più disumano si possa fare.