Una mappa interattiva per visualizzare la diffusione dei 65 principali quotidiani, per provincia. L’ha elaborata Datamedia Hub, sulla base dei dati ADS.
La mappa interattiva che trovate al link collegato a questo pezzo visualizza la diffusione dei 65 principali quotidiani nazionali per provincia. I dati sono quelli Accerta¬mento Diffusione Stampa [ADS], e sono relativi all’anno 2012 poiché quelli del 2013 non sono ancora consolidati ma solamente “stimati”, ovvero basati esclusivamente sulle dichiarazioni auto-prodotte dall’editore e non ancora sottoposti a verifica ispettiva.
Nella mappa, cliccando sui nomi dei giornali è possibile visualizzare la loro diffusione provinciale; cliccando su ciascuna delle province invece si può vedere quali sono i giornali più diffusi per ciascuna di queste.
Si scopre così, ad esempio, che nella provincia di Milano dopo “Il Corriere della Sera” sono “Il Sole24Ore” e “La Gazzetta dello Sport” i quotidiani maggiormente diffusi mentre “la Repubblica” è solo al quarto posto per numero di copie diffuse.
In Calabria va alla grande Italia Oggi.
Non è questo l’unico elemento degno di nota. Giocando con la mappa si può vedere che la provincia in cui “Italia Oggi” è maggiormente diffuso è quella di Genova, dove verrebbe distribuito ben il 13.8% del totale delle copie del quotidiano finanziario. E che in cinque province della Calabria vi è il 17.7% di copie distribuite di quel quotidiano contro il 15% di Milano e Roma messe assieme.
I casi sono due: o il cuore finanziario ed economico del Paese si è spostato nella regione nota per essere anche la capitale della ‘Nrangheta, oppure qualcosa non torna, visto che “Il Sole24Ore”, ad esempio, nelle due metropoli del nostro Paese fa quasi il 30% delle copie diffuse [28.5%].
Gli editori e il nodo dei controlli esterni.
Spiega ADS che gli editori, tra le altre cose, devono accettare la società di revisione incaricata da ADS per i controlli esterni, rilasciandole manleva per il segreto d’ufficio nonché autorizzazione scritta per abilitarla a eseguire tutti i controlli previsti presso i distributori locali. Non resta che augurarsi che a codeste società di revisione arrivi il lavoro di mappatura, poichè è lampante che qualcosa non torna.
Serve la tracciabilità delle vendite.
Il sottosegretario all’Editoria del Governo Monti, Paolo Peluffo, uno che sapeva dove mettere le mani, aveva reso obbligatoria per legge la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali quotidiani e periodici, come stabilito dal decreto legge di metà maggio del 2012, successivamente convertito con alcune modifiche dalla legge 16 luglio 2012, n. 103, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale.
Obbligo, che ricade sull’intera filiera distributiva, e che ha [aveva?] come obiettivo quello di favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica e di assicurare una adeguata certificazione delle copie distribuite alle quali, tra l’altro, dal 2013 sono legati i finanziamenti statali.
Di tutto questo, a fine febbraio del 2014, non vi è traccia e nulla è avvenuto dall’approvazione della legge ad oggi. Al di là di qualunque altra possibile considerazione ci si chiede su quali basi saranno erogati i finanziamenti del 2013 alle testate che ne avranno diritto.
Che nel 2014 un intero settore e la sua capillare rete distributiva siano rimasti ancora al tempo degli amanuensi è vergognoso. Sintomo evidente di miopia grave, di un’arretratezza culturale, o peggio, che non lascia sperare niente di buono per il futuro dei giornali, e di riflesso della distribuzione editoriale, qualsiasi esso sia.
(Fonte Pier Luca Santoro, Datamedia Hub)