ROMA – Nonostante la smentita dell’ultimatum da parte della Russia su un probabile attacco militare, i soldati di Vladimir Putin hanno di fatto occupato la Crimea e, a quanto riportano i media senza sparare un sol colpo, visto che la maggior parte della popolazione è filo russa. Solo in alcune zone alcune agenzie riferiscono di colpi d’arma da fuoco, ma non per ora non vi sono prove sufficienti per darne una conferma.
Il Cremlino dal canto suo smentisce. La Russia ha sempre negato che l’iniziativa militare intrapresa a ridosso della frontiera con l’Ucraina fosse legata all’escalation di tensione nella vicina Repubblica ex sovietica. Ieri il capo del Cremlino aveva assistito personalmente alla fase finale della maxi-esercitazione militare dal poligono militare di Kirillovski, nella regione di Leningrado, al confine con la Finlandia.
Gli Stati Uniti intanto fanno la voce dura e sospendono tutti i legami militari con il Cremlino. Questa decisione – fa sapere attraverso un dispaccio stampa diramato dal portavoce della Difesa americana, contro-ammiraglio John Kirby – inculude le esercitazioni e le riunioni bilaterali, gli scali delle navi e le conferenze di pianificazione militari. Oggi il segretario di stato americano John Kerry sarà a Kiev per mostrare sostegno alle autorità ad interim ucraine.
Subito la replica di Mosca. Se gli Stati Uniti imporranno sanzioni alla Russia per la questione ucraina, Mosca potrebbe vedersi costretta a eliminare il dollaro dalle sue valute di riserva e per le transazioni internazionali e a rifiutare di pagare ogni debito verso le banche americane. L’ammonimento è arrivato dal consigliere economico del Cremlino Serghei Glazyev, il quale ha aggiunto che se Washington congelerà gli asset di istituzioni pubbliche e investitori privati russi, Mosca consiglierà tutti i possessori di titoli di Stato Usa di venderli.
Mosca con questa lenta strategia si sta isolando dal resto del Mondo. L’Occidente, infatti, già aveva minacciato esclusioni dal G8 ed oggi alcuni Stati stanno addirittura pensando di ritirare i propri ambasciatori. La Nato si riunirà oggi sulla crisi in Ucraina, dando seguito a una richiesta della Polonia. Il Consiglio Nato, che include gli ambasciatori di tutti i 28 alleati, si riunirà in base all’articolo 4 del Trattato, secondo cui un alleato può richiedere consultazioni di fronte alla minaccia di integrità territoriale e indipendenza politica di uno dei suoi membri. L’Ucraina non fa parte della Nato. Ma «gli sviluppi» della crisi ucraina «sono considerati una minaccia per i paesi alleati vicini e stanno avendo serie e dirette implicazioni per la sicurezza e la stabilità dell’area Euro-Atlantica», si legge in una nota della Nato. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha annunciato il meeting su Twitter: è la quarta volta, nella storia dell’Alleanza, che il Consiglio Nato si riunisce sotto l’articolo 4.
Da dazebao.it