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Chessboxing: ossia, lo sport che mischia la violenza con l’intelletto

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La boxe, e gli sport da combattimento in  generale, sono di per  sé delle discipline  estreme, in certi casi bistrattate  e ritenute assurde, in quanto per molti  resta  difficile capire  il  motivo per  il quale una persona  dovrebbe massacrare e  farsi massacrare  da qualcuno verso il  quale non prova né ri-sentimento né astio.
Gli  scacchi, d’altra  parte, sono  per eccellenza la  disciplina che  più predilige l’uso  della  ragione e dell’intelletto. Tuttavia, se proprio si volesse trovare una qualche analogia con gli sport da combat-timento, anche gli scacchi prevedono una certa dose di  violenza. Infatti, il più delle  volte, una par-tita si conclude con l’omicidio di un regnante.
Fu anche per questa ragione che Garri Kimovič Kasparov disse che “non esiste sport più feroce de-gli scacchi”.

Sembrerà strano, ma qualcuno ha deciso di unire le due discipline e crearne una nuova e rivoluzio-naria: il Chessboxing. L’idea iniziale fu  quella di creare uno sport che fosse impegnativo  sia da un punto di vista prettamente fisico, sia da un punto di vista mentale. Una sorta di biathlon, ma deci-samente più radicale.

Nel Chessboxing, gli  sfidanti si affrontano  su una distanza  di massimo undici  riprese,sei  round di scacchi e cinque di boxe,che vengono alternati: un round di scacchi e uno di pugilato, iniziando con quello di scacchi che dura quattro/tre minuti, seguito  da quello di pugilato che ne  dura tre. Tra un round e l’altro vi è un  minuto di pausa, per permettere  agli sfidanti di  cambiarsi. La variante degli scacchi utilizzata  negl’incontri è un gioco rapido, dove ogni  contendente ha un totale di dodici minuti per fare le sue mosse e vincere l’incontro. Se un combattente  non muove durante il suo turno può essere ammonito dall’arbitro, e  da quel momento ha dieci secondi per effettuare una mossa. Questo per evitare che il contendente voglia arrivare a una situazione di stallo o cerchi di sfruttare solo se  sue abilità pugilistiche. Il pugile/scacchista può  vincere mandando a  tappeto  l’avversario, dichiarando lo scacco matto, o perché l’avversario  non muove durante l’arco dei dodici minuti che ha a disposizione o per il ritiro del  contendente. Se la partita di scacchi finisce con uno stallo, i giu-dici  ricorrono al conteggio  dei punti del  match di boxe. Se anche questo è un verdetto di parità, il risultato è un pareggio.

Questo sport trova la sua  origine nella graphic novel Freddo Equatore  di  Enki Bilal. Nella  sua ope-ra, Bilal immagina  uno sport che preveda un incontro di  pugilato seguito da un match di scacchi. Il Chessboxing attuale, codificato nel 2001 dall’artista olandese Iepe Rubingh, prevede che gli scacchi e la boxe si alternino. Rubingh fondò  la World Chess Boxing Organisation (WCBO) nel 2003 a Berli-no e il primo club di chessboxing nel 2005.
La prima esibizione  pubblica risale  al 2003, quando Rubingh, detto “Iepe the Joker”, sfidò “Louise the Lawyer” , ad Amsterdam. La sfida era in realtà concepita come un’esibizione artistica e infatti il pubblico era composto quasi esclusivamente da appassionati di arte.  “The joker” riuscì a spuntarla contro “The Lawyer” dopo undici riprese  di boxe e dopo  che non riuscì a  portare a termine la sua mossa nel tempo  prestabilito. Iepe Rubingh divenne  così il primo campione mondiale  di Chessbo-xing.

 Da quel momento in  poi, questo sport ha intrapreso una  parabola ascendente, iniziando a diffon-dersi in  altri  paesi. L’ India, la  Russia, la  Germania, la Cina  e l’Italia  sono membri  della  WCBO. A Londra vi è un’organizzazione parallela, la World Chess Boxing Association (WCBA), che negli ultimi  cinque anni ha organizzato più di 20 tornei.
L’obbiettivo primario di  queste due  organizzazioni, la  WCBA e la  WCBO, è  quello di  diffondere il più   possibile  questo   sport, al  punto  di,  come  afferma  il   sito  della   WCBO ,“far   diventare   il Chessboxing la disciplina regina delle Olimpiadi”.

Per diventare chessboxer non serve solo tanta voglia e un paio di guantoni. Come recita il sito della WCBO, bisogna avere  meno di  35 anni, essere in  ottima forma  fisica, avere  all’attivo  almeno  20 match di boxe e il tuo ELO, ossia il metodo utilizzato dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE) per misurare la forza relativa di un giocatore di scacchi, che non  sia minore di 1800, qualco-sa meno di un giocatore definito “esperto”. In caso non si sia a disposizione di un punteggio ELO, o di un livello di un altro  sistema nazionale  o internazionale, un  preparatore della  WCBO vi testerà online. Sul sito  dell’organizzazione si trova  un application form, che  una volta riempita, verrà  va-lutata dagli addetti ai lavori.

Sebbene le  capitali del  chessboxing siano  Londra, seguita  subito dopo  da Berlino, anche  in Italia questo sport sta iniziando a prendere piede. Infatti. Lo scorso 28 novembre Gianluca Sirci, detto“ Il Dottore”, biologo di Foligno  di 41 anni, ha  incontrato il  25enne russo Nikolay Sazhin a Mosca, de-cisamente più quotato, essendo già campione dei massimi, sigla  WCBA. Purtroppo, l’italiano, dopo otto riprese dove ha tenuto testa al russo più giovane e titolato, ha perso alla nona ripresa di  scac-chi, quando Sazhin ha costretto all’angolo il suo re.


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