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Renzi, il “patto del bignè”, il sottogoverno

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Continua la caccia al ministro possibile. Senza soste, i nomi dei papabili, alcuni noti altri ignoti, si accavallano,si attorcigliano, qualcuno parla,qualcun altro fa solo parlare, c’è chi si sfila ma lo fa per star ben saldo nelle fila e chi,come Fabrizio Barca,si racconta in una lunga conversazione con Vendola che però non è Nichi ma un imitatore. Dice cose di se stesso che tutti sanno, ho già un lavoro, servo lo Stato da dirigente, sono impegnato a mettere a punto un importante progetto, aveva detto in dichiarazioni pubbliche. Racconta che ha ricevuto pressioni per dare e una mano a Matteo Renzi. Fa il nome dell’editore di Repubblica che, come è noto,è stato uno dei grandi sponsor del candidato premier, di qualche giornalista, non c’è da scandalizzarsi che sia prestato all’opera. Del resto la grande stampa e la tv si sono sdilinquite nel raccontare le meraviglie di Matteo. Ora lo fanno un po’meno, anzi qualcuno fra gli osannatori ha fatto marcia indietro dal momento che il rottamatore” ha rottamato se stesso ed è tornato alle vecchie pratiche dei palazzi del potere. Anche peggio visto come ha dato il benservito a Enrico letta.

Hanno provato con Barca per una copertura a sinistra
In effetti ci vorrebbe fra i ministri di peso uno come Barca, uno di sinistra, per dare una copertura all’ex indaco di Firenze, una che viene da una piccola città, certo bella, ma proprio piccola forse con neppure mezzo milione di abitanti, come dice Berlusconi quasi con disgusto senza che Renzi dica niente per non rovinare la “ perfetta sintonia “ con il pregiudicato. Ora, viene da chiedersi, a che punto siamo con il toto ministri. Dice il candidato premier che ci vuole ancora qualche giorno, in particolare ci sono tre ministeri chiave da coprire, economia,esteri e giustizia sui quali anche il Capo dello Stato ha puntato qualche attenzione. Poi ci sono i viceministri, i sottosegretari, tutto in alto mare, una cosa per volta e il giusto tempo.

Risolto il duello fiorentino sul vicesindaco reggente
Bene, però una certezza c’è, riguarda un particolare sottosegretario, quello allo Sport. Si chiama Eugenio Giani. Chi è costui. E’ un amico e stretto collaboratore di Renzi. Pensava di essere lui il nominato come vicesindaco con delega al posto del dimissionario Renzi. Da quello scranno sarebbe arrivato alla poltrona di sindaco quando a maggio,pare, i fiorentini andranno al voto. Ci contava, ma l’ex sindaco aveva un’altra idea. Pensava a Dario Nardella, membro della segretaria nazionale del Pd, il “suo” staff perché una segreteria è altra cosa. Il rischio era che si aprisse una disputa pericolosa anche perché fra i due non corre buon sangue. Renzi con un colpo di genio ha risolto la disputa,evitando il duello.

Posti di governo per metter pace fra gli amici
Ovviamente tutto in famiglia,il Pd, gli iscritti, il gruppo consiliare, ci mancherebbe.Anzi più che in famiglia allo stadio. Durante l’intervallo della partita giocata sabato dalla Fiorentina contro l’Inter e persa, ha convocato i due nell’area vip dello stadio, dove era allestito un buffet per gli ospiti d’onore, quelli che in genere non pagano il biglietto. Immancabili i classici bignè, L’accordo è stato presto trovato:Nardella,vicesindaco reggente e quindi prossimo candidato , quasi certo sindaco e Giani, sottosegretario allo Sport. Pace fatta. Memori di altri patti, quello famoso della “crostata” a casa Letta, Gianni non Enrico, D’Alema, Berlusconi, vecchia storia finita male, alcuni colleghi lo hanno chiamato “ patto del bignè”. E ci hanno scherzato sopra. Insomma una cosa normale. A noi che siamo vetero fa ribrezzo, per non dire peggio, che i posti di governo siano utilizzati per mettere pace fra gli amici.


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