In Europa una lesbica (o un gay) su due sono discriminati: ma per le donne il rischio aggressione è più alto. Da qui il “rapporto” al parlamento europeo.
Di Delia Vaccarello
In Europa un gay o una lesbica su due sono discriminati. I gruppi più esposti ad aggressione sono le donne lesbiche, le persone omosessuali e trans più povere e i giovani. Si tratta di violenze con scarsa possibilità di difesa. Solo il 10 per cento si sente abbastanza sicuro da esporre denuncia alla polizia e solo il 22 per cento ricorre alle forze dell’ordine in caso di molestia sessuale. E’ quanto risulta dal sondaggio del 2013 condotto dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali.
Per affrontare la situazione l’eurodeputata austriaca dei verdi Ulrike Lunaceck, vicepresidente dell’intergruppo Lgbt del parlamento europeo, ha presentato una “tabella di marcia contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere” approvata ieri a Strasburgo, proprio nello stesso giorno in cui Napolitano ha sostenuto il valore del progetto Europa nel suo complesso che supera di gran lunga le motivazioni economiche.
Il rapporto Lunaceck parla di diritti, di interventi anti-discriminazione, di parità ad ogni livello e viene assimilato in alcuni siti di area cattolica di casa nostra a una sorta di nemico da abbattere, come avrebbe voluto una petizione corredata di migliaia di firme indirizzata agli eurodeputati. L’obiettivo era di respingerlo segnando così un secondo “successo” dopo quello ottenuto con la risoluzione Estrela che oltre a raccomandare agli stati membri di rimuovere gli ostacoli all’accesso all’aborto riconosceva il diritto alla fecondazione assistita per le donne lesbiche.
“Abbattere” il rapporto Lunaceck si configurava come una meta doppiamente pericolosa, nel merito perché lasciava senza difesa i tanti cittadini vittime di discriminazione, ma anche dal punto di vista politico. Contro il rapporto si sono scagliati i militanti della “manif pour tous” scesi in piazza domenica a Parigi anche per osteggiare il governo Hollande e in altre città tra cui Roma. Le critiche sono quelle di sempre: riconoscere i diritti di omosessuali e trans significherebbe sferrare un attacco alla famiglia che dovrebbe essere esclusivamente composta da un uomo e una donna. Ma a cosa può dare la stura la “manif pour tous”?
Il rischio è grosso ed è stato segnalato anche dal ministro degli interni francese: dietro queste motivazioni può compattarsi nel cuore dell’Europa un fronte di estrema destra antisemita, omofobico, razzista molto simile a quello costituito in Usa dall’ala ultraconservatrice del partito repubblicano. Che cosa ha deciso Strasburgo con la risoluzione Ulrike Lunaceck? Il parlamento europeo promuove il riconoscimento dell’uguaglianza, dà attenzione alla dignità e ai diritti delle persone transgender, sollecita l’applicazione del principio di parità di trattamento e indica la necessità di una” politica globale pluriennale per la tutela dei diritti fondamentali delle persone Lgbti” (lesbiche gay bisessuali trans intersessuali).
Invita gli stati a garantire la protezione di tali persone dai discorsi di odio, ad assicurare che le”coppie dello stesso sesso godano del medesimo rispetto, dignità e protezione riconosciuti al resto della società”. A questo riguardo sollecita la Commissione a lavorare per “il riconoscimento reciproco degli effetti di tutti gli atti di stato civile nell’Unione europea, compresi i matrimoni, le unioni registrate e il riconoscimento giuridico del genere, al fine di ridurre gli ostacoli discriminatori di natura giuridica e amministrativa per i cittadini e le relative famiglie che esercitano il proprio diritto di libera circolazione”.
Ancora, “sottolinea la percezione, spesso negativa, che il pubblico ha di tali persone e il ruolo dei mezzi d’informazione nella sua eliminazione; evidenzia la necessità di organizzare campagne di sensibilizzazione”. Ritiene che la scuola sia un ambiente fondamentale per la promozione dei messaggi di rispetto e ” invita gli Stati membri ad agire per dare impulso a una conoscenza obiettiva delle problematiche relative all’orientamento sessuale, all’identità e all’espressione di genere. esprime preoccupazione per il fatto che i giovani Lgbti e coloro che sono considerati tali corrano un rischio maggiore di essere vittime di bullismo”.
Contro il rapporto si era espressa la Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (FAFCE) di cui fa parte il Forum delle associazioni familiari pur nella consapevolezza che non avrebbe potere coercitivo. Si critica che le normative europee debbano avere il “marchio” della parità tra i sessi al quale, con il rapporto Lunaceck, si aggiungerebbe il “marchio” lgbt.
Per il Forum, i progetti di sensibilizzazione ai temi lgbt nelle scuole sono solo “propaganda”. Sono le stesse critiche della “Manif pour tous”. Secca la replica dell’intergruppo lgbt del parlamento europeo: “Il rapporto approvato non menziona alcun diritto speciale e non colpisce la libertà di espressione”. E Ulrike Lunaceck dichiara: “L’omofobia non deve più essere tollerata in Europa. Molti di noi, lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali hanno vissuto, per troppo tempo, la propria vita nella paura.”