Publikompass Spa ha avviato nel 2013 la procedura di mobilità per 87 lavoratori. Successivamente ne ha avviata una ulteriore che coinvolge altre 92 unità: per un totale di 179 dipendenti, ben oltre il 70% della forza lavoro totale (senza contare tutti gli agenti di vendita)! Publikompass Spa, concessionaria di pubblicità appartenente al Gruppo Fiat, sbandiera conti in rosso, crisi del mercato, difficoltà di contenimento costi. Nessuno di noi mette in dubbio le difficoltà degli ultimi anni ma, una cosa è certa, da quando il Presidente della FIAT il signor John Elkann, con un importante investimento economico, è diventato l’azionista di maggioranza relativa di RCS Rizzoli – Corriere della Sera, le sorti della concessionaria di famiglia sono state segnate (non osiamo pensare a come avrebbe reagito l’Avvocato!)!! D’altra parte, a cosa servono due aziende che fanno lo stesso lavoro all’interno dello stesso gruppo? Questa operazione ha di conseguenza portato allo smembramento dell’Azienda con la chiusura di quasi tutte le filiali: oltre 20 su tutto il territorio nazionale. Dall’inizio dell’anno in RCS è confluita la raccolta pubblicitaria nazionale di Gazzetta del Sud, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia e La Gazzetta del Mezzogiorno; dal primo Febbraio anche quella del quotidiano La Stampa; tutte testate storicamente gestite dalla Publikompass a cui ad oggi rimane unicamente la raccolta pubblicitaria LOCALE de La Stampa.
E’ una situazione a dir poco paradossale: perché il gruppo FIAT ha investito così copiosamente in RCS e non nella propria concessionaria? Semplici strategie di mercato e di costi aziendali? Chiusura “causa crisi del mercato” o “cessione di ramo d’azienda” che offrirebbe maggiore tutela per i lavoratori? Quali sono le ciniche logiche utilitaristiche seguite? Ci risulta inoltre che la legge impone delle regole precise sulla concentrazione della raccolta pubblicitaria per “un numero di quotidiani la cui tiratura complessiva non superi il 30% di quella nazionale”. Ebbene per questo motivo abbiamo chiesto l’intervento all’ AGCM affinché verifichi che tali regole siano state rispettate. La Publikompass è stata la gallina dalle uova d’oro fino a qualche anno fa, oggi la crisi del mercato e la profonda trasformazione di quello dell’editoria hanno dato il via ad un’operazione che non guarda in faccia nessuno e che non mira in nessun modo a riconvertire o rilanciare l’attività né tantomeno a salvaguardare alcun posto di lavoro. E’ un giusto sacrificio? Fino a quando la maggiore Azienda Italiana (???) continuerà a sacrificare le risorse umane a favore unicamente del suo profitto?