ARTICOLO21 (Circolo di Trapani) – Il caso ha voluto che mentre il presidente Renzi si accingeva a intervenire al Senato, a Trapani per la seconda volta la società civile ha voluto far sentire la propria voce contro la mafia. In risposta a chi ha voluto ancora una volta far sentire il proprio pesante alito sul collo del procuratore Viola e dei suoi magistrati. Il presidente Renzi al Senato ha detto che dinanzi alla crisi del Paese “non ci saranno alibi per nessuno”. Anche a Trapani con associazioni, movimenti, liberi cittadini, che si sono strette attorno al procuratore Marcello Viola, la sostanza delle cose dette è la stessa: “Non devono esserci alibi per nessuno”, chi in questi ultimi due anni ha deciso di prendere di mira con gravi intimidazioni deve sapere che non ci saranno alibi che mai potranno reggere. Desideriamo, e lo diciamo con la voce di tanti a cominciare dall’associazione Libera, che cada la maschera dietro la quale questi soggetti si nascondono, che si scoprano i volti e a quel punto prima della punizione giudiziaria scatterà la condanna della società civile. Una azione che però ha bisogno di essere accompagnata dall’azione del Governo.
“Rottamiamo” le mafie una volta e per tutte. Si adoperi il Governo con tutti Noi a consegnare ai cittadini di oggi un presente senza le mafie, adoperiamoci perché il futuro dei nostri figli non sia più incerto come appare oggi. E questo può avvenire “dando un bel calcio in culo alle mafie ed ai mafiosi”. Oggi più di ieri chiediamo al nuovo Governo nazionale, a quello Regionale, alla commissione antimafia nazionale di accendere ancora altri riflettori su questa città dopo quelli che già sono stati accesi. Qui le connessioni e le connivenze, tra mafia, poteri occulti, massoneria, finanza, politica, resistono e si fanno sentire. E se non lo fanno direttamente, riescono a farlo indirettamente attraverso chi vestendosi con abiti da convinto cattolico si arroga il diritto di pronunciare perdoni cristiani indubbiamente fuori luogo e soltanto provocatori. Al presidente Renzi da Trapani parte un messaggio preciso, combatta le mafie e dedichi questo impegno “a chi non ha perso la voglia di combattere”. Ai tanti che hanno perduto la vita qui sul fronte della lotta alle mafie, ai tanti che per fare molto bene il loro lavoro sono stati trasferiti, agli ultimi che in silenzio contrastano mafie e mafiosi che non possono più restare ultimi e spesso soli come accade.
Guardi da queste parti subito Renzi, dopo Treviso venga a Trapani, venga a parlare alle scuole di Trapani a quelle scuole che domani rischiano di perdere punti di riferimento come l’arte, la lettura e l’istruzione, per colpa di scelte scellerate e non solo per quelle questioni che lui in aula ha criticato dei cosidetti patti di stabilità. Trapani rischia di perdere istituzioni importanti come la Biblioteca Fardelliana, il Consorzio Universitario, il Luglio Musicale. Con la cultura si combatte la mafia. E oggi non possiamo vedere uccidere la cultura. Ci fa impressione un fatto: la crisi del Luglio Musicale è scattata dopo la decisione di affidare a questo ente il recupero e la gestione di un bene sequestrato a quei “pastori”, i Marino di Paceco, diventati imprenditori che nell’estate del 2006 non esitarono di andare a Brescia per sgozzare la famiglia di Angelo Cottarelli, un loro ex socio in affari. Trapani da qualche mese vive momenti di tensione molto forti. I sequestri e le confische hanno colpito nel segno. Molte casseforti del boss latitante Matteo Messina Denaro sono state scoperte. Un potere granitico, la cui presenza a Trapani è storicamente registrato, si è incrinato. Alla porta dei magistrati hanno bussato testimoni di malefatte che hanno deciso di non stare più in silenzio. In questi giorni alle porte di “re” senza trono hanno bussato investigatori mandati dalla Procura a cercare le prove delle loro azioni criminose. E la sensazione che abbiamo è che questa azione è solo la prima di tante altre. Desideriamo che possa continuare.
La parola “rottamare” dalle parti di Trapani può avere un solo significato, lavorare da oggi per garantire “legalità e sviluppo”. Pensiamo che a Trapani come stanno facendo a Reggio Emilia è possibile ostacolare le mafie con 5 buone azioni quotidiane, usando ”la parola e l’informazione”. Questo si pensa può fare un semplice cittadino privo di responsabilità istituzionali o politiche, un cittadino che non è né magistrato, né poliziotto, né parlamentare, per sfuggire alla rassegnazione. Un aiuto importante questa società civile lo ha ricevuto e lo ha ricevuto dal Vescovo Fragnelli. Non si può non condividere il suo riferirsi a don Luigi Sturzo a proposito della lotta alla menzogna: “La menzogna per qualsiasi scopo usata toglie base a una sana convivenza nella famiglia, nella scuola, negli affari, nelle relazioni umane le più varie. La menzogna interrompe il dialogo umano mentre la vita dell’uomo non è altro che un dialogo continuato, anche se fra molti insieme. Chiunque sia sorpreso a mentire dimostra di essersi distaccato dalla comunità…”.