Quando si parla di business si parla di soldi, non certo di sentimenti perché così si fa filantropia non valanghe di dollari. Siamo noi, poi, che vogliamo vederci dell’umanità dietro alle scoperte che ci hanno cambiato la vita e fatto arricchire chi le ha brevettate. Non c’è nulla di più strategico del raccontare una bella storiella su come il gentil-scopritore, spesso un po’ sfigato, sia arrivato con la semplice osservazione sulla sua umile vita a concepire proprio quello che ci stanno vendendo.
In questo gli Americani sono dei veri maestri, nessuno meglio di loro sa come manipolare i sentimenti di chi si ha davanti con la semplice imposizione delle mani e qualche tecnica di marketing.
Per esempio: come fare a vendere una dieta in un mercato talmente saturo e sempre più informato? Nulla di più facile! Basterà infatti dipingere un quadro giusto dentro cui inserirla, creare il packaging più appetibile, e il prodotto praticamente si venderà da solo. Allora ecco la dieta più complicata del mondo, che ti costringe a pesare anche i bicchieri d’acqua e a girare con una calcolatrice per tenere sempre sott’occhio le percentuali di lipidi con calcoli astro-fisici che manco la Nasa, e subito diventa un boom di vendite. Perché? Ma perché a inventarla è un brillantissimo medico che, sebbene non girasse con un’arpa e una scimmietta, comunque nella vita ha sofferto moltissimo; infatti qualche suo parente prossimo ha problemi cardiaci e di diabete. Pensate un po’ che sfiga! E allora lui, il brillante scienziato, ha indirizzato tutta la sua vita a cercare di sconfiggere l’Inevitabile. Così ha ideato un’alimentazione che, stimolando gli ormoni e gli enzimi naturali, ci permetterà di non avere attacchi di cuore, ricrescite di capelli bianchi indesiderate, essere magri e atletici senza dover praticare sport, conoscere i pesi specifici di quasi tutti gli alimenti commestibili nel mondo e darsi arie di esperti con tutti i profani che ci guarderanno incuriositi quando ordineremo precisamente 30 grammi di fagioli con un anacardo e 7 foglie di lattuga scondite al ristorante. Poco importa se insieme al senso pratico, alla vita sociale e alla reputazione le altre cose che tu abbia perso siano soltanto il gusto per il cibo e del tempo prezioso, perché a te sembrerà di essere dalla parte giusta. Anche quando cercherai su internet qualche notizia in più e scoprirai il vero volto del brillante scienziato che sta suggerendoti come vivere per i prossimi anni, o quando guarderai quella faccia triste e smunta che sembra davvero prossima alla fine e leggerai che in fondo nel paese da cui proviene mica lo sanno cos’è un caciocavallo, o il guanciale o un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico, e che perciò per lui mica era questa grande rinuncia scegliere fra un attacco cardiaco e zuppa di lontra, be’ nemmeno allora ti verrà in mente che forse fra un anacardo e un ossobuco alla milanese tanto vale farsi venire un infarto! Sai perché? Perché te l’avranno venduta così bene che avrai davvero bisogno di tantissimo tempo prima di tornare alla realtà.
Questo preambolo però non era per parlare di cibo, bensì per farmi comprendere meglio che a volte quello che compriamo davvero è una storia più che un prodotto. Un po’ come è avvenuto per Zuckerberg che è riuscito a farci mettere in piazza i nostri più intimi dettagli raccontandoci come sia triste sentirsi uno sfigato senza un amico all’università. Noi ci siamo fidati, immedesimati al punto che non ci dà nemmeno fastidio il fatto che si sia arricchito alle nostre spalle e che poi abbia venduto tutti i nostri dati sensibili per fare ancora più soldi. No che non ci dà fastidio, perché poverino lui era quello schifato da tutti, l’asociale che voleva solo fare amicizia. Così non ci sembra nemmeno tanto strano essere venuti a conoscenza che l’inventore di Facebook e distruttore delle nostre privacy si sia comprato tutte le villette intorno alla sua casa di Palo Alto – pagandole per di più dieci volte il valore di mercato – e affittandole a chi si trovava già lì prima del suo arrivo per evitare che nuovi vicini potessero infastidirlo con sguardi curiosi, commenti in Caps Lock e qualche like di troppo. In fondo per noi resterà sempre quello della storia che ci hanno raccontato.
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