Corrente, quasi partito. Civati a Bologna ha capito che il disagio nell’elettorato di sinistra è grande; e propone una larga consultazione senza – per il momento – uscire dal partito. Intanto a Roma, al Teatro Valle, si riunisce e organizza la Lista Tsipras per le europee.
Che succede? Ci sarà una Lista Civas nazionale?
E’ presto per dirlo. Ma più Renzi si sente in “profonda sintonia” con Berlusconi, più cresce la diffidenza a sinistra verso il PD, che lo ha incoronato prima segretario e poi premier. Un partito che ormai dà l’impressione di essere preda di congiurati, come i 101 ancora anonimi affossatori di Prodi e quelli – molti di più – che hanno deciso in una notte di defenestrare Letta.
Ma non votare la fiducia al governo Renzi sarebbe stato un errore, in quanto pregiudizio.
Meglio conservare questa possibilità per un giudizio, ovvero rifiutarsi di sostenere il governo se dovesse adottare un provvedimento troppo in sintonia con il Frodatore (conflitti d’interesse, favori, condoni e robaccia del genere…).
Quello che è certo è che il PD sta pagando l’errore di aver subappaltato il proprio rinnovamento alla “velocità” di Renzi, più che all’apertura alle esigenze dell’elettorato.
“Io credo solo a un politico che fatica quanto me”, mi ha detto un amico. “Finché avranno stipendi esagerati e vivranno nel lusso, loro non possono fare niente per me, né io per loro. Perché siamo troppo lontani”.
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