La Repubblica
Michele Serra
Si capisce che è solo una battuta, ma fa molto riflettere sentire Enrico Letta affidare il futuro del suo governo “alla Provvidenza”. Come se fosse definitivamente tra parentesi, in Italia, l’idea che siano solo gli elettori, e nessun altro agente umano o divino, a promuovere e bocciare i governi. Con costernazione anche maggiore si seguono le dicerie e le manovre attorno alla presunta “staffetta” Letta-Renzi, incomprensibile colpetto di teatro che Renzi per primo dovrebbe considerare del tutto estraneo al copione che si è dato (per governare davvero il centrosinistra deve finalmente vincere le elezioni), e smentire in tre parole — “ma siete matti?” — mentre snocciola il suo rosario di tweet. Ma passano i giorni e l’idea che il Pd, compreso il suo segretario nuovo di zecca, spenda le proprie energie in un gioco che ha molto a che fare con il palazzo e poco con la società italiana rimane in piedi, alimenta illazioni e maldicenze, scredita quel percorso alla luce del sole che è la sola vera benzina politica di Matteo Renzi.
Non si capisce se sia la palude politica romana, se sia il giornalismo chiacchierone, se sia la vocazione a farsi del male del Pd: ma è certo che leggendo le cronache politiche di questi giorni le primarie sembrano lontane un secolo.