Apprendiamo con interesse dal sito d’informazione Panapress che nelle scorse ore a Johannesburg, in Sud Africa l’AFEX (La libertà di espressione africana Exchange), ha intrapreso delle azioni congiunte e delle campagne, per garantire l’accesso alle informazioni per i cittadini africani, per la promozione della sicurezza dei giornalisti, sfidando impunemente l’uccisione e altre forme di attacchi contro i giornalisti, e portando all’abrogazione di leggi repressive e repellenti che limitano la libertà di espressione. È giusto precisare che l’AFEX , è una rete di libertà di espressione africana delle organizzazioni che sono membri della Freedom International of Expression Exchange (IFEX), e nell’occasione ha anche deliberato di lottare contro l’incarcerazione di giornalisti avvenuta nello svolgimento del loro lavoro o per la pacifica espressione delle loro opinioni, descrivendo la pratica detentiva come una violazione dei diritti umani fondamentali, compreso il diritto di libera espressione e della libertà dei media. Nell’assemblea di Johannesburg si è anche osservato che la detenzione dei giornalisti interferisce anche con i diritti dei comuni cittadini africani di accedere alle informazioni e alle diverse fonti di notizie, che sono fondamentali per il loro processo decisionale in tutti gli aspetti della loro vita. L’AFEX ha inoltre, designato i governi eritrei ed etiopi come i carcerieri di giornalisti più importanti in Africa, con più di 30 giornalisti imprigionati per molti anni, e ha deciso di iniziare una campagna aggressiva contro questa situazione, prendendo atto del terribile deterioramento della libertà di stampa e libertà di espressione in Etiopia, dove cinque giornalisti sono stati condannati per reati connessi al terrorismo.
Al contempo l’organizzazione ha invitato i governi africani, in particolare quelli di Eritrea e l’Etiopia, a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti sotto la loro custodia, permettendo loro di praticare la loro professione senza timore di reclusione o di altre forme di molestie, esortando i governi africani a fermare l’uso e l’abuso delle leggi anti-terrorismo ai giornalisti, finiti in carcere per fare il loro lavoro, rispettando così la libertà dei media. L’AFEX si detto sconvolto per il numero di giornalisti uccisi in tutto il continente durante il lavoro, osservando che la Somalia e la Nigeria sono stati i paesi più pericolosi per i giornalisti africani in questi anni, ed ha invitato i governi africani a garantire la sicurezza dei giornalisti e di porre fine all’impunità per i loro assassini, affermando che i governi hanno la responsabilità primaria di garantire la sicurezza di tutti i giornalisti che lavorano nei loro territori. L’organizzazione si è detta anche preoccupata relativamente all’esistenza in molti paesi del continente di leggi sui media, che non riescono a soddisfare gli standard internazionali sulla libertà di espressione, e che permettono dei giudizi eccessivamente duri nei confronti dei giornalisti e delle organizzazioni dei media pregiudicando il diritto alla libertà di espressione auspicandosi che i governi riformino queste leggi per renderle conformi alle norme internazionali garantendone la libertà di espressione. In conclusione, segnaliamo che all’incontro di Johannesburg erano presenti, come ospiti della Freedom africana di Information Centre (AFIC), i dirigenti e i funzionari in rappresentanza di AFIC, il Centro Studi media e la costruzione della pace (CEMESP), la Human Rights Network per i giornalisti – Uganda (HRNJ-Uganda), le Journaliste en Danger (JED), la Fondazione media per l’Africa occidentale (MFWA), la MISA, il media Rights Agenda (MRA), e l’Unione nazionale dei giornalisti somali (NUSOJ). Un momento importante, dunque, nell’interesse della libertà d’informazione a livello globale.