“La verità del pentito” – di Giovanna Montanaro

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Ci sono libri che superano la semplice caratteristica di saggio editoriale o di racconto romanzato. Non solo “saggio” quel particolare tipo di libro da leggere per capire, per ampliare la conoscenza: in rari casi il romanzo si sovrappone al saggio e la ricerca storica-giornalistica  copre l’intero arco del libro. E’ questo il caso de “La verità del pentito”, libro di Giovanna Montanaro, (edizioni Sperling & Kupfer) che alla rigorosa ricostruzione del racconto del pentito Gaspare Spatuzza  sulle stragi mafiose del 1992-1993, somma una scrittura chiara e veloce che fa del libro un romanzo che si legge d’un fiato; ed uno stile secco e preciso, direi giornalistico, che non si addentra in interpretazione complottistiche o dietrologiche, ma fa parlare i fatti e le circostanze.

Il libro affronta gli scenari,oggi ancora al vaglio della magistratura, di quelle stragi mafiose del ’92-’93,nelle quali si intrecciano depistaggi, errori investigativi,false rivelazioni  di collaboratori di giustizia, manovre della mafia per  azioni clamorose ed una guerra allo Stato che provocò molte vittime innocenti ed una stagione  ancora da chiarire sino in fondo. Ma la lettura di quel periodo passa,nel libro, attraverso le deposizioni del più importante pentito di mafia degli ultimi anni, quel Gaspare Spatuzza ,protagonista dei delitti di mafia di quegli anni (compreso quelli terribili ed efferati del piccolo Di Matteo sino all’assassinio di don Puglisi, solo per citarne alcuni…). Un pentito, Gaspare Spatuzza, killer del Brancaccio di Palermo,al servizio dei boss Graviano,che ha fatto riaprire e rifare  il processo per la strage di Borsellino e della sua scorta, che ha contribuito in maniera  decisiva a far luce sulle stragi di Via dei Georgofili a Firenze e sulle bombe a Roma e Milano del 1993.  Spatuzza viene anche intervistato da Giovanna Montanaro che però non si ferma alle sue parole: confronta la verità del pentito con gli atti giudiziari  chiedendo poi ai protagonisti delle indagini,i magistrati inquirenti  di Firenze, Palermo e Caltanissetta, l’importanza di Spatuzza , facendo loro  domande precise sulle contraddizioni emerse nelle indagini proprio dalle dichiarazioni del pentito. Che mentisce altri pentiti; e che soprattutto, ha ribaltato la sentenza sulla strage di Via D’Amelio, facendo riaprire un processo che aveva superato addirittura il vaglio della Cassazione, con condanne definitive. Proprio questo ribaltamento ha riaperto tutte le ipotesi sui retroscena di quella strage che uccise Borsellino e la sua scorta, ridando fiato alla cosiddetta “trattativa” Stato-mafia . Perché se  era avvenuto un tale depistaggio,è ovvio pensare che , al di là di errori o circostanze, debbono esserci state altre ragioni. Purtroppo la storia delle stragi italiane e di quelle di mafia , tra le altre, è ricca di punti oscuri e segreti mai confessati, tutti sempre mascherati e giustificati dalla “cortina di ferro” e dall’anticomunismo atlantico. Ed è difficile seguire il percorso dei fatti reali ,senza cadere nelle connessioni e nei commenti mascherati da deduzioni; le quali finiscono spesso per avvelenare il clima politico attuale, già di per sé ricco di contraddizioni, da non aver bisogno di deduzioni spesso arbitrarie per creare altri “attentati” virtuali alle Istituzioni…

Giovanna Montanaro,in questo libro su Spatuzza, ha il grande merito di evitare accuratamente di passare dai fatti, che ben descrive, alle deduzioni più o meno arbitrarie: e questo aspetto fa di questo libro un vero documento da leggere e tenere in biblioteca per consultarlo e capire  cosa è successo in quella stagione delle stragi. Perché è un documento storico che passa dal racconto all’intervista ed alla verità processuale, con connessioni riscontrabili, vere (non per supposizioni buone ai raccontini e monologhi televisivi buone solo a raccogliere applausi da platee accondiscendenti …); fatti e non parole, finalmente!! vien da dire: un esempio per tutti. Quando Giovanna Montanaro, ricostruisce ,sulla base del racconto di Spatuzza, della deposizione alla Commissione Parlamentare Antimafia  e delle risultanze processuali, il fallito attentato ai Carabinieri,al termine della partita Roma Udinese del 23 gennaio 1994, allo Stadio  Olimpico di Roma: l’attentato fallisce perché il telecomando è troppo distante  ed il segnale, poco potente, non riesce ad innescare l’esplosivo,nascosto in un’auto parcheggiata sul percorso dei pullman di Carabinieri. Pochi giorni dopo il fallito attentato,i fratelli Graviano,boss mafiosi di riferimento di Spatuzza, vennero arrestati a Milano, finisce di colpo la stagione stragista. Perché? La risposta a questa domanda ha aperto ipotesi ed interpretazioni sulle quali si sono scritti fiumi di inchiostro, coinvolgendo la “trattativa”, i boss mafiosi,lo scontro Riina(in carcere) e Provenzano (latitante), l’inabissamento della mafia. Ipotesi tutte vere o tutte false a seconda dei punti di vista. Ma Giovanna Montanaro, che pone la stessa domanda nel libro, si ferma prima di addentrarsi nelle decine di risposte possibili. E fa bene: perché non avrebbe più  seguito il rigore della sua ricostruzione, se si fosse addentrata nelle ipotesi. E scrive:”allo stato attuale delle conoscenze possono essere formulate solo ipotesi, nessun riscontro è finora emerso sul piano processuale”. Che non significa rinunciare a cercare la risposta vera, in futuro. Ma dichiara apertamente che oggi quella risposta  certa non c’è ancora e quindi tutte le possibilità sono aperte, ma restano appunto, solo ipotesi.

Un libro che invece si basa sulla ricostruzione di un filo conduttore  vero e riscontrabile,oltre che logico;  sulla storia di fatti accertati e  ormai veramente definiti, si ferma un attimo prima delle interpretazioni. E’ il grande merito de “La verità del pentito”, che proprio per queste caratteristiche di rigore, offre ricostruzioni precisi e più che attendibili, anche quando tocca i più recenti fatti che uniscono mafia e politica, come emerso dal processo Dell’Utri, nel quale Spatuzza è decisivo nella ricostruzione di quello che i mafiosi avevano  orchestrato per un nuovo solido rapporto con la politica, attraverso la intermediazioni del “palermitano amico” cioè Marcello Dell’Utri, attivo nel 1994 nella costruzione di quella nuova formazione politica di Silvio Berlusconi che arriverà di li a poco al governo.

Siamo in piena attualità: anche per questo,nel mantenere il filo logico della ricostruzione storica accertata, il libro diventa importante anche nella comprensione di ciò che è accaduto nel nuovo scenario politico degli ultimi 20 anni. Perché Giovanna Montanaro non abbandona mai il percorso dei fatti, ma neanche quello di offrire spunti di riflessione, di interpretazione e di lanciare ipotesi di lavoro per il futuro. Meglio di tutti, interpreta questo percorso,l’ex magistrato ed ora presidente del Senato,Pietro Grasso quando scrive in prefazione al libro:”dire solo quello che è riscontrabile,provato,offrire elementi di conoscenza,anche piccoli,che aggiungano tasselli al quadro,senza cadere nella tentazione di dipingere scenari opinabili,anche se suggestivi,ipotetici e non dimostrabili. Se  si vuole far chiarezza,si deve partire da ciò che è accertato. E questo intende fare l’autrice che non manca,tuttavia, di sollevare interrogativi e sottolineare i punti oscuri che richiedono un’ulteriore riflessione.”

Aspettiamo quindi il prossimo libro di Giovanna Montanaro, con lo stesso stile e lo stesso rigore storico. Per fare altra luce sulla strada della conoscenza, della verità dei fatti , delle responsabilità della mafia e di quella parte della politica che con la mafia ha vissuto, fatto affari ed offerto criminali coperture alle sua stragi ed ai suoi efferati omicidi,in cambio di potere , corrompendo le coscienze ,oltre l’economia del nostro Paese.


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