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La sfida di Renzi

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Ci dispiacerebbe come cittadini italiani ancora prima che come studiosi o interessati alla politica nazionale se il sicuro prossimo presidente del Consiglio,tuttora sindaco di Firenze e segretario del maggior partito presente in parlamento che risponde al nome di Matteo Renzi pensasse solo per un momento di avere davanti a sè un cammino facile da percorrere. Gode di grandi simpatie nelle proprietà dei media ed è stimato-come è stato ripetuto nei giorni scorsi-dal noto leader dell’opposizione che-vale la pena ricordarlo-ha riempito di sè le cronache non solo politiche dell’ultimo ventennio ma nel centro-sinistra, pur dopo le primarie che lo hanno consacrato alla segreteria, dopo la sconfitta amara di Pier Luigi Bersani,si stanno alzando tra i futuri elettori delle imminenti elezioni europei e, in parte, anche nel partito di maggioranza, venti di guerra che, se mi trovassi vicino a lui, non penserei di poter sottovalutare.

Il problema non è costituito soltanto dalle modalità con cui il sindaco di Firenze è arrivato all’incarico ormai imminente e che le dimissioni dignitose quanto irrevocabili di Enrico Letta hanno messo paricolarmente in luce senza una parola chiara sul programma che il nuovo capo del governo intende adottare.Ci sarà certo il suo discorso di investitura(non preceduto-ed è stato,a mio modesto avviso,  un errore del Capo dello Stato da un dibattito parlamentare su quello che è successo negli ultimi giorni) ma c’è da dubitare che si tratti di un discorso chiaro e teso sulle poche cose che potrà fare sul piano istituzionale(pensiamo all’amministrazione pubblica e alla sua capacità o no di realizzare in pochi mesi quello che il nuovo governo dovrà chiedergli) e su quello economico-sociale dove un leader, moderato e sereno, come Romano Prodi ha già richiamato l’attenzione sul cambiamento della politica europea che è condizione necessaria necessità di un cambiamento urgente della politica europea – perchè l’Italia, come gli altri paesi del vecchio continente, dal più al meno-possano uscire dalla crisi che li attanaglia e affrontare i problemi che sono ancora davanti a tutti noi.
Se,invece, come hanno fatto per decenni i suoi predecessori,saranno gli interessi particolari a dominare l’orizzonte del governo Renzi e quest’ultimo si occuperà soltanto delle vicende nazionali invece di lavorare perchè l’Europa modifichi la politica compiuta fino ad oggi,non riusciremo in nessun modo a superare la crisi attuale e arrivare al superamento della disoccupazione e dei molti problemi ancora aperti nel nostro paese.

Leggo che Prodi guarda con simpatia al sindaco di Firenze e aggiungiamo che sarà simpatico anche a chi scrive se nei prossimi mesi riuscirà a compiere le scelte in grado di far ripartire l’economia italiana e ad aprire la strada alle nuove generazioni ma, se questo non succederà,sarà grande la responsabilità di un governo, nato nelle stanze di una lotta aspra all’interno di un partito,finora sottratto a qualunque discussione parlamentare,di cui soltanto poche persone hanno finora parlato con cognizione di causa.


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