I giornalisti che voglio cambiare pagina. Nasce a Bologna un nuovo quotidiano on-line, si chiama Voltapagina, una piazza virtuale per discutere sul mondo dell’informazione, su come è cambiato il mestiere del giornalista. Al sito lavorano 8 giornalisti, tutti volontari, Claudio Visani e Onide Donati sono i due promotori, è collegato alla portale globalist, ha ricevuto il patrocinio della Federazione Nazionale della stampa e la collaborazione dell’associazione articolo 21 e di un altro pagina web molto attenta a queste tematiche Lsdi, Libertà di stampa e diritto di informazione. Quattro le sezioni principali di Voltapagina: giornalisti e giornalismi, generazione 2.0, indiscreto e mondo media. Ogni giorno alle 20 e 30 l’osservatorio sulle notizie del giorno.
In questi primi numeri: sfuma l’autoriforma dell’ordine dei giornalisti, un’occasione sprecata, l’ordine governato dai non professionisti non ha più senso, è la tesi di fondo.
Nell’editoriale di Claudio Visani: “Ho appena pagato la quota annuale di iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Con almeno due disappunti. Il primo perché l’Ordine fa pagare ai pensionati la metà della quota e a disoccupati e precari la quota intera. Ma come, da una parte si denuncia lo sfruttamento, si fanno le battaglie per l’equo compenso per i colleghi costretti a lavorare per pochi euro a pezzo senza tutele e ammortizzatori sociali, poi con le quote si premiano i pensionati e si penalizzano gli sfruttati e chi il lavoro non ce l’ha? Il presidente Iacopino, alfiere principe delle battaglie dei precari e degli sfruttati, non ha nulla da dire su questo?
Il secondo, più forte del primo, perchè l’Ordine nazionale, nei giorni scorsi, ha affossato anche l’ultima ipotesi di auto-riforma approvando una ipotesi di “riformetta” che garantisce soltanto lo status quo e le consorterie dei pubblicisti che oramai fanno il bello e il cattivo tempo nel Consiglio nazionale, con la complicità dello stesso presidente Enzo Iacopino”
Sempre in prima pagina: Rai arriva il concorso per 100 professionisti oppure la giornalista freelance che ha scelto l’Egitto:
“Inventarsi” il lavoro di giornalista freelance dall’estero. E’ la scelta fatta da Laura Cappon che, da due anni e mezzo, vive al Cairo da dove collabora per tre testate”. Scrive Onide Donati: Si è “inventata” il lavoro di giornalista freelance, e fin qui niente di speciale; ma giornalista freelance dall’estero, e qui siamo fuori dagli schemi classici. Aggiungiamo che “l’estero” è la polveriera Egitto e che la giornalista in questione è una ragazza di neanche 27 anni ed ecco che la storia di Laura Cappon – sarda di nascita, bolognese di adozione – è un po’ speciale.
Avevo conosciuto Laura quattro anni fa a l’Unità, aveva bussato come tanti alla porta della redazione bolognese che allora dirigevo. Si era proposta come collaboratrice “per il sociale” e mi aveva fatto una serie di proposte che mettevano al centro soggetti deboli, emarginazione, nuove povertà. Al suo attivo aveva una collaborazione a Città del Capo Radio Metropolitana (Popolare Network) ma soprattutto una volontà ferrea: “Voglio fare la giornalista, anche se so che nessun editore oggi assume”.
Molto spazio alle opinioni e pagine aperte a operatori dell’informazione, precari in testa, ma anche ad editori e lettori. Il link del sito: voltapagina.globalist.it