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Adnkronos, un’azienda sana. Ventitré licenziamenti

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Un bilancio in attivo. Una convenzione, importante, con palazzo Chigi appena rinnovata alle stesse condizioni dello scorso. Un’azienda sana. Ventitré licenziamenti. Questa la sintesi di quanto sta accadendo all’Adnkronos. Una vicenda che non riguarda solo i giornalisti dell’Adn, che non riguarda solo 23 colleghi e le loro famiglie. Quello che l’azienda sta tentando di fare, la procedura che sta utilizzando, se andasse in porto, costituirebbe un precedente grave per tutta la categoria dei giornalisti.
Per la prima volta verrebbe infatti bypassata la procedura della 416 ( con le tutele e gli ammortizzatori sociali che prevede) e applicata al settore dell’editoria una legge mai utilizzata prima. Si tratta della 223/91, una norma che regola i licenziamenti collettivi, applicata solitamente per gravi crisi industriali nel manifatturiero. Il 6 febbraio si è svolto alla Fieg il primo tavolo sulla vertenza Adnkronos. L’azienda ha ribadito la determinazione ad andare fino in fondo con la procedura dei licenziamenti prevista dalla 223/91, senza prendere in considerazione strumenti alternativi.
 Un atto illegittimo, dunque. Che l’assemblea dei giornalisti Adnkronos ha respinto con fermezza. Quattro giorni di sciopero. Una vertenza dura di fronte alla quale l’azienda ha messo in atto anche sgradevoli ritorsioni. Come quella di impedire l’accesso nel palazzo dell’agenzia al segretario di stampa romana, Paolo Butturini, chiamato a prendere parte alla assemblea dei giornalisti Adnkronos. E’ stato fermato all’ingresso e l’assemblea si è svolta, sotto la pioggia, in mezzo alla strada. Franco Siddi si è precipitato in piazza per denunciare un atto senza precedenti.
Parlamento e governo, che ha appena rinnovato una pesante convenzione con l’Adnkronos, stanno seguendo con grande attenzione la vertenza. Due interpellanze urgenti al governo, sottoscritte da tutte le forze politiche, sono già state depositate a a Camera e Senato e presto saranno calendarizzate. Giovedì 30 gennaio  si è svolta alla Camera, presso la commissione Cultura, un’audizione informale sulla vicenda a cui hanno partecipato il Cdr dell’agenzia, i vertici di Fnsi, Ordine dei Giornalisti e Fieg. L’editore, invitato dal presidente Giancarlo Galan, a partecipare all’audizione ha respinto l’invito. Al termine dell’audizione la quasi totalità  dei gruppi parlamentari ha sottoscritto un’interrogazione urgente al premier Enrico Letta. Giovedì 6 febbraio il sottosegretario Giovanni Legnini ha risposto in commissione.
Questa una sintesi della posizione del governo rappresentata da Legnini. La presidenza del consiglio ha rinnovato a dicembre scorso le convenzioni con le 11 agenzie di stampa”. L’impegno del governo è quello di avviare “una riforma incisiva del sistema”, intanto, “nelle more, sono stati rinnovati i contratti così com’erano. Oggi, o al massimo domani,  ci sarà una mia comunicazione all’Adnkronos per chiedere” se eventuali procedure di licenziamento possano incidere “sulla prestazione di servizi e sugli standard qualitativi e quantitativi”previsti “dal contratto stipulato a dicembre scorso”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, durante l’audizione in Commissione Cultura della Camera.
Il sottosegretario ha annunciato una seconda iniziativa: “ho accelerato, per quanto successo in Adnkronos, la convocazione del tavolo con tutte le agenzie di stampa ora fissato al 12 febbraio”. In quell’occasione il governo è “intenzionato ad  avviare un percorso di riforma”. Quattro gli obiettivi indicati in audizione: “ridurre il numero delle agenzie e favorire gli accorpamenti. In nessun Paese d’Europa –ha rimarcato- ci sono 11 agenzie di stampa; qualificare la loro attività” favorendo tendenzialmente “la specializzazione. E’ ovvio che se un’agenzia è specializzata in una determinata materia può produrre meglio le notizie; accentuarne il profilo di internazionalizzazione; verificare, nel modo più appropriato e se possibile, qualche vincolo occupazionale”, pur se “non si possono imporre vincoli numerici, dei parametri occupazionali penso si possano vagliare”.
In quell’occasione, “io chiederò al tavolo con le agenzie di sospendere tutte le procedure di licenziamento attivate”. Legnini ha ricordato che l’Adnkronos è “tra le più importanti agenzie di stampa” e che ha avviato la procedura di licenziamento collettivo in assenza di uno stato di crisi.”Chiederemo una moratoria, in attesa di far decollare la procedura di riforma. Queste due iniziative partiranno subito: la richiesta di un chiarimento all’editore e la richiesta di sospensione della procedura. Non abbiamo il potere di bloccarla, ma di provarci sì”.

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