“Pochi paletti per la nuova legge elettorale”, il Corriere della Sera sintetizza così le 26 pagine con cui la Corte Costituzionale spiega la bocciatura della legge “porcata”, la quale, come sottolinea Michele Ainis, è finita, archiviata. Si può votare anche subito, con il sistema proporzionale e la possibilità di esprimere una preferenza. Non c’è vuoto legislativo. Il martedì grasso è arrivato anzitempo, il Porcellum finisce in tavola.
Veniamo ai paletti. Primo e più importante. Il premio di maggioranza bocciato era “foriero di un’eccessiva sovra rappresentazione della lista, in quanto consente a una che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi”. Per il futuro è necessario che l’eventuale premio non crei “una distorsione fra voti espressi e attribuzione dei seggi, (almeno non) in misura tale da compromettere la compatibilità con il principio di uguaglianza del voto”. Premio, solo se “compatibile”.
“Legge elettorale incostituzionale” titola La Stampa. E, in effetti, la sentenza spiega bene come il Porcellum “priva(sse) l’elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti, (e la rimettesse) totalmente ai partiti”. Ora, per la Costituzione il depositario del diritto di scelta è l’elettore non il partito. “Voto, la Consulta detta le regole” scrive Repubblica. Ma le detta con moderazione, infatti non esclude liste “bloccate” a condizione che “Il numero dei candidati da eleggere sia talmente esiguo da garantire l’effettiva conoscibilità degli stessi e con essa l’effettività della scelta e della libertà del voto”. Funziona così il sistema “spagnolo” che sarebbe il più gradito a Berlusconi. Il Giornale scrive: “Ora si può votare”
Infine la Corte boccia il vecchio sistema di voto per il Senato, che prevedeva un premio regionale ed era concepito in modo che la “somma dei premi regionali” finisse col produrre “un sistema casuale”, tale da compromettere “il funzionamento della forma di governo e la stessa attività legislativa”. Una frase, questa, che consola i fautori del maggioritario, La Corte li avrebbe “compresi” con quell’accenno alla governabilità.
Ora la trattativa tra i partiti può davvero partire. Già ieri ne hanno parlato, per un’ora, il segretario del Pd e il Presidente della Repubblica. Letta può cercare l’intesa con Alfano per evitare che Renzi rimetta in gioco Forza Italia.
Tuttavia la sentenza dovrebbe consigliare prudenza ai partiti. Il premio di maggioranza non potrà mortificare il principio di rappresentanza. I partiti non potranno scegliersi, a modo loro, le persone da mandare in Parlamento. Il bipolarismo non si potrà imporre con un imbroglio.
A proposito di terzo polo. Beppe Grillo è stato sconfessato da 16 mila dei suoi sostenitori “certificati”, i quali hanno votato in rete contro il reato di clandestinità. “Grillo e Casaleggio finiscono nella rete”, scrive il Fatto. È una vittoria dei senatori che si erano permessi di presentare un disegno di legge senza il consenso dei due guru e che erano stati subito equiparati al “dottor Stranamore”. Ora i senatori si prendono la rivincita e criticano, nonostante la vittoria, Grillo per il modo dilettantesco con cui ha organizzato la consultazione, a sorpresa e rapidissima, in modo da far votare solo un terzo degli iscritti.
Per oggi mi fermo. Ma non senza esprimere la mia solidarietà al senatore Stefano Esposito. Mi trovo molto spesso in dissenso con lui. Ma coloro che gli hanno fatto trovare tre molotov a causa della sua battaglia contro i no TAV, soni degli imbecilli e dei furfantelli. Se “movimenti” non li sanno isolare, se non hanno lo stomaco per accettare che chi fa codeste vigliaccate merita il carcere, beh, sono movimenti farlocchi.