I compensi iniqui dati ai giovani giornalisti spagnoli sono diventati un “fenomeno indesiderabile e vergognoso “, contro cui bisogna lottare, “per la nostra sopravvivenza e quella del giornalismo “. Lo ha detto la vicedirettrice di ‘’El Mundo’’, Victoria Prego , in una intervista pubblicata sul sito web della Asociación de la Prensa de Madrid.
Per Victoria Prego il giornalismo sta attraversando un forte cambiamento generazionale, ma “a scapito dei giovani”. “I giovani giornalisti vivono in condizioni ben peggiori di noi, in tutti i campi, anche in quello economico. Noi venivamo trattati uno straordinario rispetto professionale, sin dal primo momento. Ora i giovani giornalisti non sono più trattati allo stesso modo “.
A suo parere – riporta il sito spagnolo 233grados.com – la scommessa del giornalismo di qualità e la ” lotta contro la proletarizzazione dei giornalisti” devono andare di pari passo. “I giovani giornalisti guadagnano una miseria, quando vengono pagati. A volte neanche quella, o addirittura devono pagare, e senza ricevere nessuna formazione. Vengono trattati come delle pedine e questo non è giusto per un giornalista. Molti di loro si stanno proletarizzando. Dobbiamo combattere contro questa situazione per la nostra sopravvivenza e la sopravvivenza del giornalismo” .
Quanto al problema delle pressioni politiche sulla stampa, la vicedirettrice del Mundo osserva che i partiti ” sono imperialisti ed espansionisti” e “hanno occupato tutti gli spazi: la magistratura, le autorità di controllo, le associazioni di quartiere e… il giornalismo” . “A questo proposito , hanno realizzato qualcosa di molto brutto … Hanno i ‘’loro’’ giornalisti. Ci sono giornalisti che sono un partito, che sono allineati con i principi di quel partito e questo è male per un giornalista Ci sono pochissimi giornalisti indipendenti … Ce ne sono, naturalmente, ma molto pochi, perché i partiti politici hanno avuto grande cura nel reclutamento di giornalisti per la loro causa e questo è un male per la democrazia. In altri paesi non è così: in Inghilterra per esempio questo non accade; in Francia e Germania succede meno, in Italia invece è così”.
Da lsdi.it