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Sos impresa Confesercenti si costituisce parte civile nel processo “black monkey”. A Bologna il più grande processo antimafia dell’Emilia Romagna su imprenditoria e gioco d’azzardo. Gli ‘ndranghetisti minacciavano di morte anche il giornalista de l’Espresso Giovanni Tizian

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Sos Impresa Confesercenti (Associazione per la Liberazione di Imprenditori, Lavoratori Autonomi e Commercianti dal Crimine Organizzato), si è costituita parte civile nel processo “Black monkey” che si terrà domani a Bologna. Sono 34 gli imputati rinviati a giudizio, di questi, 24 sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Al centro dell’indagine il gioco d’azzardo illegale, un sistema ben congegnato, capeggiato da Nicola Femia (detto Rocco), residente nel Ravennate e considerato dalla procura di Bologna legato alla ‘ndrangheta. Gli indagati, secondo l’accusa, costituivano una associazione di tipo mafioso allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti, di esercizio abusivo di attività, di organizzazione e raccolta a distanza di gioco online, di estorsione aggravata, di frode informatica e interruzione illecita di comunicazioni informatiche e minacciato di “sparare in bocca” al giornalista de L’Espresso Giovanni Tizian. L’Associazione ‘ndranghetista, si sarebbe avvalsa della struttura costituita dalle dotazioni materiali di ditte individuali e società di capitali tutte riconducibili a Femia. Quest’ultimo, sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale è indiziato di appartenenza ad organizzazioni ‘ndranghetiste e per anni, ha mantenuto un ruolo egemone di capo della associazione, anche quale titolare delle risorse finanziare investite per la costituzione delle società di capitali e ditte individuali a lui riferibili anche se fittiziamente intestate ad altri componenti il sodalizio criminale. “Per Sos Impresa, la costituzione di parte civile è un atto dovuto – ha spiegato Lino Busà presidente dell’associazione antiracket legata a Confesercenti – Si tratta del più grande processo di mafia che fino ad oggi ha riguardato l’Emilia Romagna. Il sistema, messo in atto da Femia e altri mafiosi attraverso il gioco d’azzardo e il sistema delle estorsioni, non ha fatto altro che mettere in crisi l’economia sana di quel territorio e creato un mercato monopolistico che ha, di fatto limitato, la libertà di impresa. Inoltre, la nostra organizzazione ha più volte denunciato il continuo processo di radicamento delle mafie nel gioco d’azzardo che, ad oggi, è diventato un metodo di investimento dell’economia criminale. Sos Impresa, inoltre, è vicina a Giovanni Tizian, il giornalista de L’Espresso che vive sotto scorta a causa delle minacce di morte dagli stessi ‘ndranghetisti e che per primo ha raccontato delle infiltrazioni mafiose nell’ economia emiliana. A lui va tutta la nostra solidarietà”.


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