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Sinistra dove sei? Il caffè del 27 gennaio

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“De Girolamo, l’ora delle dimissioni”, Repubblica. “Lascia il governo e accusa”, Corriere della Sera. “Lascia e attacca” la Stampa. Insomma, Nunzia conquista i titoloni e offre pane nuovo per i denti degli specialisti del retroscena. Se n’è andata, così, una domenica sera, perché prevede guai giudiziari più seri? O il marito (Boccia) le ha spiegato che Letta non l’avrebbe difesa perinde ac cadaver, come fece con Alfano e Cancellieri? O ancora Nunzia si è dimessa “gioco forza”, ma “gioco forza Italia”, come sostiene Giannelli, insomma per tornare nelle grazie di Silvio che ella, presaga, aveva lasciato con dolore e dopo essersi concessa in lacrime alle telecamere?

In ogni caso: “Non si può sfuggire all’impressione che le dimissioni della De Girolamo costituiscano, al di là del merito, una delle prime conseguenze della «larga intesa istituzionale» tra il leader dei Democratici e il Cavaliere”, scrive Massimo Franco, sul Corriere, preoccupato che  si spezzi “la corda sottile” su cui si muovono gli accordo tra Berlusconi e Renzi, Renzi e Letta, Letta e Alfano. Ieri Brunetta aveva provato a dire: si vota dopo l’approvazione della nuova legge. Tentativo di anticipare Berlusconi, che stava per presentarsi in tv, di nuovo col cerone, per replicare, di nuovo con Forza Italia, la “discesa in campo” di vent’anni prima. Subito si era creata un po’ di elettricità nell’aria. Ma Toti non è dimagrito abbastanza, e Fitto, emulo di Alfano, chiede a Berlusconi di non tradire la lealtà dei suoi sudditi. La destra non è pronta. Per il momento preferisce il dialogo: Brunetta taccia.

Intanto, come osserva Civati , “il centro sinistra s’è spaccato di nuovo”. Tra sbarramenti elettorali, profonda sintonia con Berlusconi, e ministri (Del Rio) che sconsigliano una legge sul conflitto d’interessi, ecco che Vendola si fa attrarre dalla tentazione del Papa Greco Tsipras. Pur senza rinnegare del tutto il Papa Tedesco Schulz. Per ora si parla di elezioni europee, ma domani potrebbe tornare il miraggio di una seconda lista di sinistra che concorra alle politiche. E questo – ha ragione Civati – con i 5Stelle magari non fortissimi ma impenetrabili (stanno sistematicamente e fanaticamente costruendo l’ideologia del loro isolamento) e una legge elettorale che promette ammucchiate, potrebbe “esitare” le condizioni di un ritorno al governo della destra.

L’unica buona notizia, in questo quadro, è che il tormentone sulla legge elettorale (premessa dell’abolizione del Senato, delle nuove leggi per il lavoro e della riforma del Titolo Quinto) non durerà a lungo. Renzi vuol procedere a passo di corsa, per sapere se, come lui ama dire, “vincerà la palude” o se “l’Italia cambierà”. Anche noi siamo in fremente attesa di sapere se il testo dell’italicum peggiorerà ancora, magari consentendo ai capi bastone di “correre” in più circoscrizioni per tenere caldo “il posto” ai secondi più graditi, o se il Pd imporrà a Forza Italia, almeno, l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza e un qualche correttivo che renda meno aleatorio il rapporto tra elettore ed eletto.

Dulcis in fundo. Da Davos viene fuori un quadro assai poco edificante dell’economia mondiale. I segnali di ripresa negli Stati Uniti, con la conseguente, prevedibile e prevista, riduzione della massa di liquidità che la Fed offre ai mercati, stanno, infatti, scoprendo la fragilità di alcuni sistemi economici emergenti. Argentina, ma anche Sud Africa, Turchia, forse India e Brasile. Gli “analisti” sperano che la solita Cina faccia il miracolo, evitando di rallentare la propria corsa. Tuttavia l’ipotesi che la crisi mondiale stia solo per entrare in una fase nuova è tutt’altro che peregrina. Cosa serve ancora per capire che il capitalismo delle disuguaglianze crescenti sega le gambe della poltrona (ceto medio diffuso, capacità regolatrice della domanda interna) su cui era seduto? Con una disoccupazione giovanile insopportabile e la precarietà del lavoro (in particolare nei paesi che devono riequilibrare le loro politiche economiche) è facile prevedere che si apra presto una crisi anche sociale e politica. Sinistra dove sei?

Da corradinomineo.it


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